Tregua a Gaza, Netanyahu: “Le richieste di Hamas non sono accettabili”. Herzog al primo ministro israeliano: “Firmi l’accordo anche se ha un costo”
C’è ancora tanto da fare per una possibile tregua a Gaza. “Le modifiche richieste da Hamas alla proposta non sono accettabili” ha detto il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu

Tregua a Gaza, Netanyahu: “Le richieste di Hamas non sono accettabili”. Herzog al primo ministro israeliano: “Firmi l’accordo anche se ha un costo”
C’è ancora tanto da fare per una possibile tregua a Gaza. “Le modifiche richieste da Hamas alla proposta non sono accettabili” ha detto il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu
Tregua a Gaza, Netanyahu: “Le richieste di Hamas non sono accettabili”. Herzog al primo ministro israeliano: “Firmi l’accordo anche se ha un costo”
C’è ancora tanto da fare per una possibile tregua a Gaza. “Le modifiche richieste da Hamas alla proposta non sono accettabili” ha detto il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu
“Le modifiche richieste da Hamas alla proposta ci sono state trasmesse ieri sera e non sono accettabili per Israele”. Con queste parole, scritte in una nota diffusa dal suo ufficio, il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu chiude alle richieste fatte da Hamas che ha affermato di aver chiesto delle “piccole modifiche” alla proposta di cessate il fuoco Usa nella Striscia di Gaza per ottenere una tregua.
“Dopo una valutazione della situazione – si legge ancora nel comunicato – il primo ministro Benjamin Netanyahu ha dato istruzioni di accogliere l’invito ai colloqui indiretti e di proseguire i negoziati per il ritorno dei nostri ostaggi, sulla base della proposta del Qatar alla quale Israele ha già dato il suo assenso”.
“La delegazione negoziale partirà domenica per i colloqui a Doha” ha reso noto il premier israeliano nella nota.
Tregua a Gaza, Herzog a Netanyahu: “Firmi l’accordo anche se ha un costo”
Netanyahu, prima di partire per Washington in vista dell’attesissimo incontro con Trump che si terrà lunedì, ha incontrato il presidente israeliano Isaac Herzog.
Secondo un comunicato dell’ufficio di Herzog, il presidente di Israele parla dell’urgenza di raggiungere una vera e propria svolta nei colloqui riguardanti un accordo sulla liberazione degli ostaggi e un cessate il fuoco. “Sostengo pienamente questi sforzi – si legge nella nota – anche quando comportano decisioni difficili, complesse e dolorose… Il costo non è semplice, ma sono fiducioso che il governo e le forze di sicurezza saranno all’altezza della sfida”.
Trump, prima delle parole di Netanyahu, aveva dichiarato: “Potrebbe esserci un accordo Israele-Hamas su Gaza la prossima settimana”
“Potrebbe esserci un accordo su Gaza la prossima settimana”. Lo ha detto il presidente statunitense Donald Trump, secondo quanto riportato dall’agenzia Bloomberg.
Hamas ha ufficialmente accettato la proposta Usa per una tregua a Gaza dichiarando di essere disponibile a iniziare “immediatamente e in modo serio” un nuovo round di negoziati su “un meccanismo” per un cessate il fuoco a Gaza.
Sulla stessa linea anche la Jihad islamica che sostiene i negoziati e chiede “garanzie” che Israele “non riprenda la sua aggressione” una volta liberati gli ostaggi detenuti a Gaza.
La Jihad Islamica palestinese si dice infatti “interessata a progredire” verso un accordo di pace a Gaza. Lo riferisce Daoud Shahab, il portavoce della formazione. “Hamas si è consultata con noi riguardo l’accordo di cessate il fuoco. La sua risposta è seria e responsabile e siamo interessati a progredire verso un accordo”. Sono queste le parole pronunciate da Shahab, secondo quanto riportato da diversi media israeliani.
In Israele due diverse commissioni – presso il ministero della Salute e presso l’intelligence dell’Idf – stanno già lavorando per raccogliere informazioni riguardanti lo stato di salute degli ostaggi ancora in vita. Per determinare in tal modo a chi dare priorità nel corso delle nuove trattative con Hamas.
La bozza di accordo che sarà discussa prevede:
- Il rilascio di 8 ostaggi in vita il primo giorno della sua entrata in vigore;
- 2 il 50esimo giorno;
- I rimanenti 10 quando sarà raggiunto un successivo accordo per un cessate il fuoco permanente, ossia il 60esimo giorno dall’entrata in vigore della tregua.
Israele ha ricevuto, tramite i mediatori, il documento con cui Hamas dichiara di aver accettato il piano di pace a Gaza. Con alcuni emendamenti. Lo rende noto a Ynet (Israele) una fonte ben informata.
Tregua a Gaza, Hamas accetta la proposta Usa. La notizia anticipata dai media del Qatar
Secondo i media del Qatar, Hamas avrebbe accettato la proposta Usa sul cessate il fuoco a Gaza, ma «con emendamenti minori». Lo scorso mercoledì, il presidente americano, Donald Trump, aveva scritto sul social Truth: «Israele ha accettato le condizioni necessarie per finalizzare il cessate il fuoco di 60 giorni, durante i quali lavoreremo con tutte le parti per porre fine alla guerra». Poi, ringraziando Qatar ed Egitto per gli sforzi nella mediazione, aveva aggiunto: «Spero, per il bene del Medio Oriente, che Hamas accetti questo accordo, perché [le condizioni] non miglioreranno, ma diventeranno solo peggiori».
Stando alle ultime informazioni, Hamas avrebbe dichiarato di aver coinvolto anche altre fazioni palestinesi in merito alla decisione presa oggi. Secondo i dettagli trapelati sull’accordo, dieci ostaggi vivi e 18 cadaveri di israeliani verrebbero restituiti in cinque tranche nel corso di una tregua di 60 giorni.
Tre le modifiche alla proposta di accordo sul cessate il fuoco avanzate dal movimento palestinese. A riferirlo è il sito d’informazione israeliano «Ynet», che cita una fonte vicina al gruppo. Le richieste riguardano: la riorganizzazione del meccanismo per l’ingresso degli aiuti umanitari secondo gli accordi del precedente cessate il fuoco e il ritiro della controversa compagnia statunitense Gaza Humanitarian Foundation dalla Striscia di Gaza; un ritiro graduale dell’esercito israeliano (Idf) verso le posizioni precedenti; e un impegno formale a non riprendere i combattimenti dopo i 60 giorni di tregua, con la garanzia di proseguire i negoziati.
Inoltre, sempre secondo la stessa fonte, Hamas avrebbe chiesto la garanzia da parte dell’Egitto, del Qatar e degli Stati Uniti, affinché l’intesa venga attuata e vi siano risultati nel processo negoziale.
Di Claudia Burgio
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