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La 'Trickle Economy' di Liz Truss non funziona

La ‘Trickle Economy’ di Liz Truss non funziona

Ecco in cosa consiste ‘l’economia dello sgocciolo’: la nuova gestione economica della premier Liz Truss che ha gettato la Gran Bretagna in una crisi che si prospetta grave come quella del 2008.
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La ‘Trickle Economy’ di Liz Truss non funziona

Ecco in cosa consiste ‘l’economia dello sgocciolo’: la nuova gestione economica della premier Liz Truss che ha gettato la Gran Bretagna in una crisi che si prospetta grave come quella del 2008.
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La ‘Trickle Economy’ di Liz Truss non funziona

Ecco in cosa consiste ‘l’economia dello sgocciolo’: la nuova gestione economica della premier Liz Truss che ha gettato la Gran Bretagna in una crisi che si prospetta grave come quella del 2008.
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Ecco in cosa consiste ‘l’economia dello sgocciolo’: la nuova gestione economica della premier Liz Truss che ha gettato la Gran Bretagna in una crisi che si prospetta grave come quella del 2008.
LondraIl primo ministro del Regno Unito, Liz Truss, la chiama Trickle Economy (Economia dello sgocciolo). Nel corso della sua lotta contro Rishi Sunak per aggiudicarsi la successione di Johnson ne aveva fatto la sua bandiera, come se si trattasse di una teoria rivoluzionaria che avrebbe come d’incanto risollevato il Paese dalla crisi economica. Il suo rivale conservatore l’aveva giudicata «folle»; quanto al leader laburista Keir Starmer, era stato più diretto dichiarando: «Tricker economy is bullshit» (L’economia dello sgocciolo è una stronzata). Ma in cosa consiste? Si basa sulla teoria che se chi è in alto paga meno tasse e guadagna di più, qualche gocciolina arriverà anche in basso. E no, non è uno scherzo. Venerdì scorso il ministro del Tesoro Kwarteng ha presentato una manovra per far fronte alla crisi che applica la teoria della Truss, ovvero risollevare l’economia, aiutare le famiglie e ridurre l’inflazione abbassando le tasse ai redditi alti, rimuovendo il tetto sui bonus bancari e aumentando il debito pubblico. Confidava che goccioline miracolose piovessero dall’alto. Nel giro di poche ore dalla rimozione del tetto sui bonus e dalla riduzione della pressione fiscale sui redditi elevati, gli speculatori si sono invece lanciati sulla sterlina riducendola a brandelli, la Borsa di Londra è crollata e la Gran Bretagna è entrata in una crisi che si prospetta grave come quella del 2008. Lo stesso Fondo monetario internazionale ha mostrato preoccupazione. «Stiamo monitorando da vicino i recenti sviluppi economici nel Regno Unito e siamo impegnati con le autorità» ha dichiarato. «Date le elevate pressioni inflazionistiche in molti Paesi, incluso il Regno Unito, non raccomandiamo pacchetti fiscali ampi e non mirati in questo momento. È importante che la politica fiscale non funzioni in modo trasversale alla politica monetaria». Dopo questa bacchettata, ne ha aggiunta subito un’altra: «La natura delle misure del Regno Unito probabilmente aumenterà la disuguaglianza. Il bilancio del 23 novembre rappresenterà una prima opportunità per il governo del Regno Unito di considerare modi per fornire un sostegno più mirato e rivalutare le misure fiscali, in particolare quelle a beneficio dei percettori di reddito elevato». In sostanza, il Fmi consiglia a un Paese membro del G7 di ‘rivalutare’ la politica economica perché misure fiscali a beneficio dei percettori di redditi elevati aumenteranno la disuguaglianza. L’“economia dello sgocciolo” si è insomma dimostrata troppo anche per il Fondo monetario internazionale. Mentre la Truss e Kwarteng fanno a scaricabarile, la sterlina crolla, l’inflazione aumenta e la Banca d’Inghilterra rifiuta di alzare i tassi d’interesse (cosa che manderebbe sul lastrico milioni di famiglie che non sarebbero più in grado di pagare i mutui), non resta che chiederci che ripercussioni avrebbe in Italia la famigerata flat tax proposta dal centro-destra.   di Alessandra Libutti    

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