Trump a vuoto
Trump: i due incontri che il presidente americano ha tenuto con Putin e Xi Jinping lo hanno visto uscire a mani vuote
Trump a vuoto
Trump: i due incontri che il presidente americano ha tenuto con Putin e Xi Jinping lo hanno visto uscire a mani vuote
Trump a vuoto
Trump: i due incontri che il presidente americano ha tenuto con Putin e Xi Jinping lo hanno visto uscire a mani vuote
Non è andata bene. Fuor da ogni retorica da chiacchiere e distintivi, i due incontri clou che il presidente americano Donald Trump ha tenuto a Ferragosto e alla fine di ottobre – il primo in Alaska con il presidente russo Vladimir Putin e il secondo nel suo viaggio in Oriente con il leader comunista cinese Xi Jinping – lo hanno visto uscire a mani vuote. Com’è ovvio, ci sono state parole di circostanza sia con la zar che con il presidente cinese, ma badando al sodo nessun passo in avanti è stato fatto sulla fine della guerra di Putin all’Ucraina e pochissimo – sul commercio ma non sulla geopolitica – il presidente Usa ha ottenuto da Xi Jinping.
Il rinculo a questo andare a vuoto lo si è avuto subito, nel viaggio di ritorno dalla Corea del Sud quando Trump ha annunciato – perché i giornalisti debbono pur scrivere qualcosa che risulti vincente e non soltanto dei passaggi a vuoto – che gli Stati Uniti riprenderanno i loro test nucleari. Fosse andato bene almeno l’incontro con Xi, siam pronti a scommettere che questo annuncio il tycoon non l’avrebbe fatto, visto che tiene assai al ruolo di portatore di pace nel mondo, al punto da desiderare (in maniera esplicita) il premio Nobel.
Cosa non abbia funzionato nel vertice di Ferragosto e nella più recente telefonata fra il presidente americano e quello russo lo ha spiegato bene il quotidiano britannico “Financial Times”, che in un articolo – citando diverse fonti informate sulla vicenda – ha evidenziato come il previsto nuovo incontro fra i due (che era stato programmato a Budapest, in Ungheria) sia saltato per le richieste troppo rigide di Mosca sulle condizioni per mettere fine alla guerra in Ucraina. In particolare su tre punti: le concessioni territoriali che la Russia esige da parte di Kiev, la richiesta di una drastica riduzione delle Forze armate ucraine e le garanzie che l’Ucraina non entrerà mai nella Nato.
Se da Putin passiamo a Xi, appena incontrato da Trump, al di là del solito linguaggio vittorioso («Un incontro molto produttivo» e via discorrendo) si capisce bene che a fronte di una tregua commerciale fra Cina e Usa (interesse di entrambi per l’interdipendenza economica che esiste fra i due Paesi), dal punto di vista geopolitico il leader comunista non ha concesso nulla, se non una generica disponibilità a parlare. Punto. Nessuna pressione reale su Putin perché la smetta con la guerra in Ucraina e pure nessun appeasement riguardo agli equilibri geopolitici in Oriente.
Cosa resta dunque? Tante chiacchiere.
Di Massimiliano Lenzi
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