Trump incontrerà Putin
L’incontro tra Putin e Trump si farà. Il presidente russo sarebbe “aperto al contatto” col presidente americano
Trump incontrerà Putin
L’incontro tra Putin e Trump si farà. Il presidente russo sarebbe “aperto al contatto” col presidente americano
Trump incontrerà Putin
L’incontro tra Putin e Trump si farà. Il presidente russo sarebbe “aperto al contatto” col presidente americano
L’incontro tra Putin e Trump si farà. Il presidente russo sarebbe “aperto al contatto” col presidente americano
Trump-Putin, l’incontro si farà. La conferma è arrivata ieri – seppur con un linguaggio ancora improntato a una certa prudenza – sia dal presidente eletto americano che dallo zar russo (arrivato al suo quarto di secolo al potere) che ha ordinato, nel febbraio del 2022, l’invasione militare dell’Ucraina.
Partiamo dal versante statunitense: parlando con il giornalista di Fox News Peter Doocy durante un incontro con i governatori repubblicani nella sua villa in Florida a Mar-a-Lago, Trump ha fatto sapere che sarebbe in fase di organizzazione un vertice con il presidente russo Vladimir Putin, vertice il cui tema centrale non potrà che essere la guerra in Ucraina. «Lui vuole un incontro. E noi lo stiamo organizzando» ha informato il tycoon, aggiungendo che «il presidente Putin vuole vederci. Lo ha detto anche pubblicamente e dobbiamo mettere fine a quella guerra. È un bel pasticcio». Da Mosca, rispetto all’apertura trumpiana, hanno risposto a stretto giro e con una insolita bonomia. Il portavoce del Cremlino Dmitry Peskov ha infatti fatto sapere che Putin sarebbe «aperto al contatto» col presidente americano che entrerà in carica il 20 gennaio prossimo. Putin, queste le parole di Peskov, «ha ripetutamente affermato di essere aperto ai contatti con i leader internazionali, compreso il presidente degli Stati Uniti», evidenziando che «non ci sono richieste precondizioni, ciò che serve è il desiderio reciproco e la volontà politica di risolvere i problemi attraverso il dialogo».
Qui è d’obbligo un’avvertenza rivolta a Washington e al nuovo corso del Trump 2 che guiderà l’America nei prossimi quattro anni: occhio alle natiche di Kiev e pure a quelle delle nostre libertà occidentali. Che Mosca colga al balzo lo scongelamento Usa per un incontro con Putin non è soltanto un’occasione di rilancio internazionale per la Russia stessa, dopo anni di isolamento e di sanzioni occidentali, ma è pure un modo per sedersi a un tavolo puntando al massimo della posta. Ragioni per cui se è (come è) una notizia l’annuncio Usa che l’incontro arriverà, lo è anche il fatto delle condizioni che Trump porrà a Putin per arrivare a una pace. Quali saranno? Terranno conto oppure no delle richieste di Kiev, di un Paese aggredito e bombardato e d’un equilibrio di deterrenza che riguarda anche l’Europa? Ci auguriamo di sì, altrimenti si andrebbe incontro a un harakiri occidentale.
Di certo Trump in questa fase non sta cercando soltanto un dialogo con la Russia ma guarda pure alla Cina, nonostante i dazi e i bracci di ferro annunciati contro il Dragone. Lo stesso Trump, del resto, ha sottolineato di aver «comunicato molto» con il presidente cinese Xi Jinping dopo la sua vittoria alle presidenziali di novembre. Dall’altra parte del mondo, a Pechino, han fatto sapere che il presidente cinese Xi Jinping invierà un funzionario di alto livello (si parla del vice presidente Han Zheng o del ministro degli Esteri Wang Yi) alla cerimonia di insediamento del nuovo presidente Usa. Un disgelo o uno smacco, visto che Trump aveva invitato Xi Jinping? Nessuna delle due. Semmai un segnale, nell’attesa di scoprire quale sarà la vera politica del nuovo corso americano verso la Cina. Anche in questo caso, occhio alle natiche.
Di Massimiliano Lenzi
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