Trump incriminato, prima volta di un ex Presidente
Trump incriminato, prima volta di un ex Presidente
Trump incriminato, prima volta di un ex Presidente
Sapeva, l’ex presidente degli Stati Uniti, il primo a essere incriminato nella storia a stelle e strisce, che il gran giurì newyorkese non avrebbe mollato la presa sotto i colpi delle sue accuse di complotto subito dalla magistratura, che sarebbe stato preparato con cura, una volta lasciata la Casa Bianca.
Liberal, democrat, il vice procuratore generale della corte di New York, Alvin Bragg, che ha fatto incriminare Trump, era già noto alle cronache per l’incriminazione di Harvey Weinstein, tre anni fa, condannandolo a 23 anni di carcere per reati sessuali. Insomma, non un magistrato che teme ripercussioni mediatiche. Come è ormai noto, l’inchiesta su Trump è incentrata sul pagamento in nero nel 2016, con danaro sottratto dai fondi destinati alla campagna elettorale che lo ha condotto alla Casa Bianca, di 130 mila dollari all’attrice hard Stormy Daniels, che sostiene di aver avuto una relazione sessuale con Trump dieci anni prima e che le diedero quei soldi per farla tacere. Trump ha sempre negato l’intera vicenda.
Come scrive Business Insider, i magistrati della Grande Mela avrebbero voluto che Trump si consegnasse prima, venerdì scorso, ma lo staff dell’ex presidente avrebbe spiegato della necessità di maggior tempo per preparare la sua scorta. L’appuntamento è ora rivolto al 4 aprile. Trump al momento si trova nella sua residenza in Florida. Alcuni organi di stampa americani riferiscono che non si aspettava l’incriminazione. Dovrebbe essere condotto nell’ufficio distrettuale di Manhattan, finirà dopo le operazioni di rito davanti a un giudice per proclamarsi colpevole o innocente, fino al suo rilascio su cauzione e ritorno in Florida, in attesa del processo.
Fino a qualche giorno fa l’incriminazione potenziale di Trump non era parso un fattore nella corsa alle primarie repubblicane per la corsa alla Casa Bianca. Anzi, i fedeli di parte Rep sembrava assolutamente dalla sua parte. Un sondaggio di Morning Consult ha attribuito a Trump il 59% delle preferenze, esattamente il doppio rispetto al principale antagonista, il governatore della Florida Ron De Santis, con un distacco abissale su Mike Pence, che dai tempi dell’amministrazione Trump si è parecchio distaccato dai comportamenti, dalle frasi dello stesso Trump, anche sulla vicenda dell’assalto di Capitol Hill.
E ora? La Costituzione degli Stati Uniti non prevede l’assenza di precedenti penali come requisito essenziale per la Casa Bianca. Quindi potrebbe verificarsi l’ipotesi che Trump diventi presidente di nuovo, anche se condannato. Intanto, Fox News, la tv di Rupert Murdock che ha sostenuto la corsa di Trump sin dalla prima candidatura alla White House, si è affrettata a difendere l’ex presidente, ribadendo che non è un peccato pagare le ex amanti, anche se il vero nodo è che quel pagamento è stato effettuato in violazione della legge federale sui finanziamenti elettorali. Invece secondo la Cnn, ci sarebbero 34 capi di imputazione per “frode aziendale” a carico di The Donald, anche se non sono stati ancora resi pubblici. In realtà, ci sarebbe anche altro materiale in mano ai magistrati che farebbe tremare Trump. Il grand jury avrebbe esaminato le circostanze del pagamento di una seconda donna, altra presunta amante di Trump, un’ex modella di Playboy: la storia sarebbe finita nella disponibilità del tabloid National Enquirer e poi messa a tacere, per amicizia tra Trump e l’editore della testata.
Il vero timore ora si sposta sulle potenziali reazioni all’arresto di Trump. L’ex presidente ha lanciato diversi appelli attraverso il suo social – The Truth Social – per “riprendersi il paese” nel caso fosse stato arrestato. Tra i suoi seguaci c’è la convinzione che sull’assalto al Congresso del 6 gennaio 2021 ci sia stata una trappola ai danni di Trump, ordita da democrat e dall’Fbi. E quindi, nessuno scenario può essere escluso, con la polizia di New York già in stato di allerta.
di Nicola Sellitti
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