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Tuam e le verità sepolte

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Era una storia privata, ma anche quella di migliaia di donne. Oggi, con l’apertura ufficiale degli scavi a Tuam, quella storia riemerge

Tuam e le verità sepolte

Era una storia privata, ma anche quella di migliaia di donne. Oggi, con l’apertura ufficiale degli scavi a Tuam, quella storia riemerge

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Tuam e le verità sepolte

Era una storia privata, ma anche quella di migliaia di donne. Oggi, con l’apertura ufficiale degli scavi a Tuam, quella storia riemerge

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Scriveva Esther Freud nel 2021 sul “The Guardian”, ricordando la fuga della madre dalla brutalità delle istituzioni irlandesi per donne ‘sbagliate’: «Mia madre è sfuggita alla crudeltà delle case per madri e bambini in Irlanda». Era una storia privata, ma anche quella di migliaia di donne. Oggi, con l’apertura ufficiale degli scavi a Tuam, quella storia riemerge. Letteralmente. «Ho appreso con tristezza la notizia del recupero di altri corpi a Tuam e, naturalmente, mi ha ricordato le approfondite ricerche che ho svolto durante la scrittura del mio romanzo “I Couldnt Love You More”» mi ha scritto Esther quando l’ho contattata per un commento.

«L’orrore a cui le giovani donne sono state sottoposte per decenni è indicibilmente doloroso da ricordare e so che molte persone in Irlanda sono ancora sotto shock per ciò che accadeva a porte chiuse. Il mio romanzo è stato ispirato dalla consapevolezza che mia madre ha tenuto segrete le sue gravidanze ai genitori ed è rimasta lontana dall’Irlanda per molti anni per paura della disapprovazione. Sapeva cosa poteva accadere a una giovane donna nubile come lei».

Lo scorso 14 luglio l’Ufficio dei Lavori pubblici irlandese ha avviato l’identificazione dei resti di almeno 800 bambini sepolti clandestinamente nell’ex convento delle Suore del Buon Soccorso, a Tuam. È l’incubo documentato dalla storica Catherine Corless, tra registri e lacune nei certificati di morte. Ma chi conosce la vicenda sa che non si tratta soltanto di 800 bambini. 

Dal 1922 al 1998 almeno 56mila donne e 57mila bambini sono passati per le Mother and Baby Homes: istituzioni religiose, spesso finanziate dallo Stato, che fungevano da carceri sociali per ragazze madri. Molti bambini morivano in pochi mesi per malnutrizione, malattie e incuria. Altri venivano dati in adozione, spesso illegalmente. Secondo la Commissione d’inchiesta (2015-2021), la mortalità infantile in queste strutture fu «l’aspetto più inquietante». Nel 1945-46 era quasi doppia rispetto alla media nazionale. Si stima che almeno 9mila bambini, circa il 15% del totale, siano morti tra quelle mura. E le autorità lo sapevano: i dati erano pubblici.

Non fu soltanto negligenza, ma anche il risultato di una cultura della colpa. Come scrisse la Commissione, «prima del 1960 le case per madri e bambini non salvavano vite: al contrario, le riducevano». Negli anni Venti il neonato Stato Libero d’Irlanda impose, insieme alla Chiesa, leggi severe su contraccezione, divorzio e censura. I sacerdoti denunciavano la ‘modernità pericolosa’: balli, abiti provocanti, bagni misti. Le famiglie spesso collaboravano: la Chiesa offriva la struttura, la società il consenso. Una donna su sette veniva separata per sempre dal proprio figlio.

Alcuni bambini finirono negli Usa, altri scomparvero. Le madri venivano stigmatizzate, ridotte a numeri. I genitori accompagnavano le figlie ai conventi, firmavano moduli di rinuncia. La vergogna era la vera valuta sociale dell’Irlanda cattolica del Novecento. Come nota lo storico Diarmaid Ferriter, non si può parlare di ‘mele marce’: fu una complicità estesa fra Chiesa, Stato, famiglie, vicini. Tutti, in qualche modo, sapevano.

Gli scavi di Tuam sono un atto dovuto, ma non ancora sufficiente. Dopo il rapporto del 2021 il governo ha offerto scuse ufficiali e un programma di risarcimenti. Ma molte vittime li hanno giudicati inadeguati: indennizzi esigui, criteri rigidi, nessuna responsabilità penale concreta. Una riconciliazione senza giustizia. Oggi, mentre i bulldozer smuovono la terra, ciò che emerge non sono soltanto ossa. È una nazione che deve interrogarsi su come ha trattato donne, bambini, sessualità e maternità. Perché se è vero che ci sono almeno 800 piccoli corpi da restituire alla memoria, è altrettanto vero che la vera sepoltura è avvenuta nella coscienza collettiva. E rischia ancora oggi di non essere mai del tutto riesumata.

di Melania Guardia Ceccoli

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