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Un Natale più caro in Cina. I dazi Usa hanno colpito anche il distretto industriale di Yiwu

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Il 90% delle decorazioni di Natale vendute nel mondo proviene da un anonimo hub industriale cinese chiamato Yiwu

Natale

Un Natale più caro in Cina. I dazi Usa hanno colpito anche il distretto industriale di Yiwu

Il 90% delle decorazioni di Natale vendute nel mondo proviene da un anonimo hub industriale cinese chiamato Yiwu

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Un Natale più caro in Cina. I dazi Usa hanno colpito anche il distretto industriale di Yiwu

Il 90% delle decorazioni di Natale vendute nel mondo proviene da un anonimo hub industriale cinese chiamato Yiwu

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Il 90% delle decorazioni di Natale vendute nel mondo proviene da un anonimo hub industriale cinese chiamato Yiwu. Nella Prefettura di Jinhua, provincia dello Zhejiang, a circa 300 chilometri a Sud di Shanghai, sorge un agglomerato di quasi 2 milioni di abitanti. È il cuore pulsante del commercio all’ingrosso della Cina e comprende anche la cosiddetta “Christmas Town”: la città che produce la maggior parte degli ornamenti natalizi che troviamo in vendita nei negozi occidentali e che compriamo per abbellire le nostre case. Alberelli artificiali, statue del presepe, angioletti, luci colorate, pupazzi di Babbo Natale e finti rami di agrifoglio: nei labirintici corridoi dell’Yiwu International Trade City – il supermercato di oltre 4 milioni di metri quadrati che ospita 75mila stand – si trova letteralmente di tutto. E a prezzi stracciati, almeno fino all’ultima tempesta di dazi scatenata da Donald Trump.

Quello delle decorazioni di Natale è soltanto uno dei settori di beni di consumo ad aver subìto un notevole shock tariffario

Quello delle decorazioni natalizie è soltanto uno dei settori di beni di consumo ad aver subìto un notevole shock tariffario. Già, perché tutte le industrie manifatturiere cinesi che esportano negli Usa sono vulnerabili ai dazi statunitensi e molte di loro hanno iniziato a scaricare i costi sui consumatori provocando un aumento dei prezzi. Certo, Trump ha abbassato le tariffe sul Made in China a una media del 47% dal picco del 145%, ma alcune categorie di beni devono comunque fare i conti con una pressione notevole. Bisogna dunque considerare due aspetti e sommarne gli effetti. Il primo riguarda gli ornamenti cinesi acquistati dalle aziende americane prima dell’escalation commerciale e del conseguente accordo tra Usa e Cina, che avevano dazi del 20-30%; il secondo comprende i prodotti esportati dopo l’intesa tra Trump e Xi Jinping, che continuano a essere soggetti a dazi ma con percentuali più basse (a seconda della categoria).

Il risultato è duplice. Da un lato i cittadini statunitensi dovranno sborsare più soldi per mettere le mani sui prodotti natalizi. Alcuni esempi? Il prezzo degli alberi finti è andato incontro a un incremento compreso tra il 10 e il 20%. Quello delle luci è aumentato fino al 63% mentre le decorazioni generiche di una media del 30%. Dall’altro lato, l’offerta complessiva del materiale esposto sugli scaffali è molto limitata e questo perché i grossisti hanno deciso di importare dalla Cina meno prodotti per compensare gli elevati costi tariffari. Eppure, nonostante i rincari, secondo la National Retail Federation nel 2025 la spesa per le festività negli Usa supererà per la prima volta la soglia dei mille miliardi di dollari. Tra biglietti d’auguri e ornamenti vari il consumatore tipo dovrebbe spendere circa 270 dollari.

I negozianti di Yiwu osservano la situazione con interesse

I negozianti di Yiwu osservano la situazione con interesse. Anche perché nel 2024 hanno esportato merci per un valore complessivo di 81 miliardi di dollari, 11,5 dei quali verso gli Usa. In questa cifra non rientrano però soltanto le decorazioni natalizie (categoria che ‘pesa’ sul totale per circa 3 miliardi) ma anche tanti altri oggetti. Il mercato di Yiwu è infatti suddiviso in cinque distretti, ciascuno dei quali specializzato in qualcosa di specifico: dai giocattoli alla cancelleria, dagli articoli per la casa ai gioielli, dalla ferramenta all’elettronica, dalla moda ai cosmetici. Ci sono alcuni periodi dell’anno – come Halloween o, appunto, il Natale – che offrono ai negozianti cinesi l’occasione di realizzare affari considerevoli. I dazi hanno tuttavia frenato l’entusiasmo.

di Federico Giuliani

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