Dubai – Il sole è alto, ci sono 27 gradi ma non fa troppo caldo. Certo un bel cambiamento di temperatura rispetto ai 3 gradi di Londra. Entrare a Dubai non è facile, con tutte le restrizioni ancora in atto: serve un tampone molecolare; per accedere al sito di Expo 2020 è richiesto un certificato vaccinale o, nuovamente, un tampone molecolare; la mascherina è obbligatoria ovunque, anche all’esterno.
Dubai è una città nuova, giovane, fondata nel 1971, le cui maggiori scoperte petrolifere sono state fatte circa 50 anni fa. E proprio quel numero si erge gigantesco e luminoso su tanti grattacieli e zone della città. Ma qui il numero che si legge all’ingresso è 2020 perché proprio l’anno scorso doveva svolgersi l’Expo, spostata poi a quest’anno. Si tratta della prima Esposizione universale in un Paese del Medio Oriente e vi partecipano 192 Paesi.
Il tema è “Connecting minds, creating the future” (“Collegare le menti, creare il futuro”): una vera e propria mission con la quale s’intende richiamare lo spirito di collaborazione in nome dello sviluppo e dell’innovazione. Anche il logo ha la sua storia: un anello costituito da tanti piccoli cerchi concentrici che si uniscono fino a formare l’anello centrale, simbolo di unità dei popoli e della continuità tra presente e futuro. Il disegno è ispirato a un antico anello d’oro, di oltre 6mila anni fa, ritrovato durante degli scavi archeologici nel deserto di Saruq Al Hadid, tra Dubai e Abu Dhabi.
L’area espositiva di Expo Dubai 2020 è stata allestita in un nuovo quartiere, il Dubai Trade Center Jebel Ali, situato nella zona adiacente al nuovo aeroporto internazionale “Al Maktoum”. La manifestazione è suddivisa in tre differenti aree tematiche – sostenibilità, mobilità e opportunità – e nella grande cupola centrale Al Wasl Plaza si alternano una sessantina di eventi. Uno dei padiglioni più frequentati è senz’altro quello dell’Italia.
È aperto e circondato da 70 chilometri di corde da barca, ottenute tramite il recupero di 2 milioni di bottiglie. Il tetto è stato realizzato con gli scafi rovesciati di tre imbarcazioni (che al termine di Expo potranno riprendere a navigare), sostenuti da più di 150 sottili pilastri verticali in acciaio, alti ciascuno 27 metri. Più in generale, l’80% dei palazzi e delle costruzioni di Expo rimarranno per dare vita a una nuova area residenziale con spazi verdi, punti di co-working e mobilità intelligente per una popolazione che a pieno regime sarà di 145mila persone.
di Melania Guarda Ceccoli
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