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Victoria Amelina, martire d’Europa

Una sala della biblioteca Gallaratese di Milano è stata intitolata a Victoria Amelina, attivista, poetessa e scrittrice ucraina. All’inaugurazione è seguita la mostra “UCRYna” del collettivo Memora

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Victoria Amelina, martire d’Europa

Una sala della biblioteca Gallaratese di Milano è stata intitolata a Victoria Amelina, attivista, poetessa e scrittrice ucraina. All’inaugurazione è seguita la mostra “UCRYna” del collettivo Memora

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Victoria Amelina, martire d’Europa

Una sala della biblioteca Gallaratese di Milano è stata intitolata a Victoria Amelina, attivista, poetessa e scrittrice ucraina. All’inaugurazione è seguita la mostra “UCRYna” del collettivo Memora

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Una sala della biblioteca Gallaratese di Milano è stata intitolata a Victoria Amelina, attivista, poetessa e scrittrice ucraina. All’inaugurazione è seguita la mostra “UCRYna” del collettivo Memora

«Non scrivo poesia / Scrivo prosa / Ma la realtà della guerra / si mangia la punteggiatura» amava scrivere Victoria Amelina. È stata non soltanto una scrittrice ma anche una poetessa e un’attivista dei diritti umani fin dall’inizio dell’invasione russa, grazie alla collaborazione con l’organizzazione Truth Hounds. Vincitrice nel 2021 del premio letterario Joseph Conrad, finalista del Premio dell’Unione europea per la letteratura e del Premio UN Women in Arts, oggi è una martire d’Europa. Victoria avrebbe potuto raggiungere il marito in Canada o vivere a Leopoli (una delle poche zone sicure rimaste in Ucraina) ma decise di mettere le sue capacità narrative al servizio del suo Paese. Grazie a questa donna che ha scavato – letteralmente – a mani nude per scoprire e catalogare i crimini di guerra russi nelle zone occupate, i diari dello scrittore ucraino Volodymyr Vakulenko, sotterrati dai soldati russi, hanno ritrovato la luce. Victoria Amelina è stata strappata alla vita a soli 37 anni, lo scorso giugno, durante l’attentato terroristico russo che a Kramatorsk colpì il ristorante Ria, famoso per essere un luogo di ritrovo non solo di civili ucraini ma anche di giornalisti e operatori umanitari provenienti da tutto il mondo.

È a questa donna coraggiosa che la Biblioteca Gallaratese di Milano ha intitolato una sala, non a caso dedicata proprio alla libertà di espressione e d’informazione. La cerimonia di inaugurazione, avvenuta giorni fa, è stata accompagnata dalla mostra fotografica “UCRYna” (Tu piangi Ucraina) di Carlo Cozzoli e Marco Cremonesi del collettivo ‘Memora’ – 28 scatti realizzati in Ucraina durante il conflitto – curata da Samar Zaoui e Alessandro Cimma e che ha visto, tra gli altri, la presenza dell’assessore alla Cultura Tommaso Sacchi e della vice console ucraina Viktoriia Fufalko. Il titolo della mostra rielabora il nome dell’Ucraina, la u (dal gergo inglese utilizzata come abbreviazione del pronome you) diventa una personificazione del Paese aggredito, mentre CRY richiama il verbo inglese “piangere”. L’intento (ben riuscito) è quello di rievocare il grido di dolore del popolo ucraino, di avvicinare i visitatori a tutti quei civili che quotidianamente sono vittime di un conflitto e di far comprendere la tragedia della guerra. Tre i temi cardine della mostra: l’inizio del conflitto (le foto immortalano le prime reazioni dei civili nei giorni successivi all’aggressione russa del 24 febbraio 2022); la resistenza vista dagli occhi di Kherson, città divenuta icona della forza del popolo ucraino; la caduta dei simboli legati all’identità russa in terra ucraina.

Kyiv, dicembre 2022. Una donna osserva un carro armano russo esposto come trofeo di guerra, in una piazza della capitale dell’Ucraina. Sin dai primi mesi della guerra i successi dell’esercito ucraino sono stati esibiti per dare sempre più morale alla popolazione e infondere maggiore fiducia nei confronti delle forze armate. © Carlo Cozzoli / Memora
Kherson, gennaio 2023. Un gruppo di cittadini che sono rimasti nella città dell’Oblast omonimo, contesa e assediata sin dalle prime fasi del conflitto aspettano la distribuzione degli aiuti umanitari gestita da un’ Ong locale. Da quando è scoppiata la guerra secondo le stime del World Food Programe circa undici milioni di persone si trovano in una situazione di insicurezza alimentare © Marco Cremonesi / Memora
Mykolaiv, marzo 2022. Un soldato ucraino cammina tra i relitti di una colonna di camion militari russi distrutti dalle forze ucraine. Il militare di Kyiv appartiene a una delle molteplici brigate inseriti all’interno delle forze regolari ucraine che dopo i bombardamenti hanno il compito di recuperare materiale e detriti per la riparazione dei mezzi bellici Ucraini. © Marco Cremonesi / Memora
Bakhmut, febbraio 2023. Anatoly Sushchenko, 86 anni, ex architetto che ha lavorato per tutta la sua vita nella sua città natale contribuendo con i suoi progetti alla costruzione e allo sviluppo di Bakhmut, oggi, a causa della situazione di penuria e miseria provocata dal conflitto, raccoglie acqua da una pozzanghera durante i giorni dell’assedio. © Carlo Cozzoli / Memora
Kramatorsk, febbraio 2023. Alcuni civili si stavano recando in città per acquistare beni di prima necessità e alimenti quando sono stati sorpresi da un bombardamento russo. I cittadini, non riuscendo a trovare un riparo all’istante, sono stati travolti dalla deflagrazione e dalle schegge e alcuni di loro giacciono gravemente feriti, sulla neve di Kramatorsk, in uno stato di incoscienza. © Carlo Cozzoli / Memora
Lviv, marzo 2022. Fuori dalla città di Lviv lungo l’asse che conduce a Ternopil appare la statua iconica di epoca sovietica che raffigura un soldato dell’Armata Rossa in ginocchio e sul piedistallo ai suoi piedi sono incisi i nomi dei caduti sovietici durante la seconda guerra mondiale. Il monumento è stato decapitato in sfregio al ricordo dei soldati di Stalin e di tutto ciò che richiama la vicinanza con Mosca e il periodo dell’Unione Sovietica. © Marco Cremonesi Memora

Quella di Milano non è l’unica iniziativa che ricorda Victoria Amelina. Grazie alla presidente Roberta Metsola, il prossimo luglio le sarà dedicata anche la sala lettura del Parlamento europeo.

di Claudia Burgio

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