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Zero Spagna e Portogallo, la grande paura del buio

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Zero Spagna e Portogallo: il grande blackout mostra come l’uomo digitale, oggi, sia totalmente dipendente dalle macchine

Zero Spagna e Portogallo

Zero Spagna e Portogallo, la grande paura del buio

Zero Spagna e Portogallo: il grande blackout mostra come l’uomo digitale, oggi, sia totalmente dipendente dalle macchine

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Zero Spagna e Portogallo, la grande paura del buio

Zero Spagna e Portogallo: il grande blackout mostra come l’uomo digitale, oggi, sia totalmente dipendente dalle macchine

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Ormai ci stiamo abituando all’idea che la realtà superi la fantasia. Che la cronaca si spinga molto oltre le sceneggiature delle serie televisive o dei film distopici, così in voga da un po’ di anni a questa parte.

Il maxi-blackout di ieri in Spagna e Portogallo brucia letteralmente molte delle fantasie a cui ci affidiamo per trascorrere qualche ora di relax davanti al grande schermo o alla televisione. Come non pensare all’ultima serie targata Netflix, con Robert De Niro protagonista, davanti alle scene apocalittiche arrivate ieri dalla penisola iberica?

Un momento e si blocca tutto. Il mondo così com’è lo conosciamo e diamo per scontato semplicemente non esiste più. Non funziona più niente.
Siamo senza soldi, tanto per cominciare, almeno che non si abbia l’abitudine di avere con sé una scorta di contanti, consuetudine ormai sempre più rara in special modo nelle grandi città.

Non funziona più un servizio gli e smartphone non servono più a nulla, per il banale motivo che non c’è più una rete da sfruttare. I treni devono essere bloccati e le stazioni tramutate in ricoveri, gli aerei tenuti a terra per precauzione, gli ospedali si affidano ai genitori d’emergenza e sono fra le poche strutture – con quelle che devono garantire la continuità di governo e la sicurezza – a essere attrezzate sempre e comunque a situazioni del genere.
Per milioni di persone la vita semplicemente si ferma.

Mentre si cerca di capire cosa abbia scatenato un Armageddon di questo tipo, è una sensazione a imporsi su qualsiasi altra: l’impotenza totale. L’uomo digitale è già oggi totalmente dipendente dalle macchine e non si tratta di film o serie TV. Il nostro mondo funziona così e non ne abbiamo un altro.

Perché non avrebbe senso, tanto per cominciare, e perché poi non saremmo banalmente capaci di vivere in un altro modo. Nell’era dell’Homo Digital non c’è spazio per nulla di diverso.

Oltre lo spavento e gli enormi disagi, per fortuna il bilancio conclusivo della terribile giornata di ieri in Spagna in Portogallo è incommensurabilmente più leggero di quello ipotizzato nei disaster movie che amiamo tanto, i sistemi ripartono e l’uomo è maledettamente bravo ad aggiustare ciò che si rompe.
Tranne una cosa: quel sottile velo di sicurezza che ci illudiamo di aver costruito intorno al nostro mondo. Se si rompe, anche per otto ore, un fastidio atavico e sconosciuto ti resta appiccicato addosso.

Di Fulvio Giuliani

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