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Generale Tempo

Generale Tempo

Il generale Tempo sembra essere a favore di Putin, costringendoci ad una prova di fermezza e resistenza epocale. Ma la storia insegna che anche il più temibile dittatore non può vincere per sempre.
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Il generale Tempo sembra essere a favore di Putin, costringendoci ad una prova di fermezza e resistenza epocale. Ma la storia insegna che anche il più temibile dittatore non può vincere per sempre.
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Il generale Tempo sembra essere a favore di Putin, costringendoci ad una prova di fermezza e resistenza epocale. Ma la storia insegna che anche il più temibile dittatore non può vincere per sempre.
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Il generale Tempo sembra essere a favore di Putin, costringendoci ad una prova di fermezza e resistenza epocale. Ma la storia insegna che anche il più temibile dittatore non può vincere per sempre.
Il generale Tempo è entrato in campo e potrebbe risultare decisivo, anche se non bisogna lasciarsi confondere dalle apparenze. Mentre scriviamo, sembra essere dalla parte di Vladimir Putin e poter sostenere il suo azzardo scellerato. Una strategia sempre più distruttiva per l’Ucraina, un nemico da cancellare dalla cartina geografica, almeno nella sua versione che guarda a Occidente. È il generale Tempo degli attacchi indiscriminati alle città, di un assedio di stampo medievale alla capitale e ai centri del Sud, nel tentativo di piegare la resistenza di un intero popolo nel modo più atroce. Uno scenario apocalittico che il dittatore di Mosca prova a perseguire in tempi brevi, gettando sul terreno tutto ciò che ha e giocando l’azzardo finale: massacrare l’Ucraina e mettere il mondo davanti al fatto compiuto, provando poi a gestire gradualmente le inevitabili conseguenze. Per fare questo Putin ci osserva, studia le mosse occidentali e cerca di incunearsi fra gli inevitabili timori e incertezze legati al protrarsi del conflitto e allo spettro di restare al freddo e senza energia per un eventuale stop delle forniture di gas. Eppure, proprio quando l’Occidente sembra senza cartucce – se non quelle vere, dichiaratamente escluse dal novero delle opzioni se non si vuole una guerra mondiale – il generale Tempo comincia a lavorare per noi. Andiamo verso i mesi caldi e questo significa che potremo cominciare ad accumulare scorte. Per carità, non è l’elemento decisivo perché il gas da riscaldamento è solo una frazione del problema e il vero incubo è dover razionare l’energia al nostro apparato industriale e produttivo, ma comunque parliamo di un aiuto concreto in una fase d’emergenza. È da subito, infatti, che l’Italia dovrà cominciare a ridurre la propria dipendenza da Mosca. Scriviamo Italia, ma pensiamo all’Europa. La strada è ormai tracciata: l’Unione dovrà affrancarsi dalla dipendenza russa e il primo a definire una road map è stato proprio il presidente del Consiglio Mario Draghi, che ha indicato in 24 mesi il termine entro il quale liberarsi dalle forniture dei gasdotti di Putin. Pensateci, se tanti Paesi non compreranno più, l’economia di Mosca si ridurrà a un nulla al servizio di Pechino. Sarà fondamentale, intanto, tamponare le eventuali falle dei prossimi mesi, anche per gestire al meglio la comunicazione verso l’opinione pubblica. I timori e l’inevitabile stanchezza per il protrarsi della guerra sono comprensibili e andranno tenuti in gran conto. Nel nostro mondo, gli umori dei cittadini pesano e determinano le scelte dei governi. Un fronte interno consapevole di una strategia a lungo termine potrà essere un appoggio per mantenere in scacco Putin. Con una capacità finanziaria all’osso e la riduzione progressiva dei proventi dalle esportazioni di petrolio e gas, l’uomo del Cremlino per quanto potrà sostenere una guerra brutale e costosissima? Per quanto, sia pur in uno Stato di polizia, si potrà asfissiare l’opinione pubblica russa? Ricordiamo le ondate di arresti non solo a Mosca, a San Pietroburgo o nei centri più occidentalizzati e permeabili da media e social dell’Ovest (finché sarà consentito), ma in angoli remoti del Paese dagli 11 fusi orari. Tutto questo logora, all’inizio in modo impercettibile, ma è una divisione del generale Tempo che combatte per noi. Come evidente, unità e compattezza del fronte anti-Putin non sono un dato acquisito e andranno alimentati giorno per giorno. Saranno necessarie scelte strategiche, capaci di disegnare oggi il mondo che dovrà fare a meno non della Russia, ma di questa Russia dominata (per quanto?) da un uomo che ha lucidamente scelto di tagliare i ponti con la civiltà e la libera convivenza fra Stati, governi e popoli. Il tempo scorre, apparentemente a favore del dittatore, costringendoci a una prova di fermezza e resistenza epocale. Ricordiamo, però, che per i padri della nostra civiltà – gli antichi greci – Kronos era una terribile divinità della notte dei tempi, pronta a divorare i suoi stessi figli. Allo stesso modo, Putin potrà finire per essere divorato dal generale Tempo.   di Fulvio Giuliani

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