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Giarrusso don’t speak l’inglisc

Dopo la gaffe di Dino Giarrusso, europarlamentare del Movimento 5 Stelle, al Parlamento Ue durante il suo intervento sul Prosecco italiano, non sarebbe auspicabile che i parlamentari facessero un corso d’inglese per evitare di essere sbeffeggiati oltreconfine?
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Giarrusso don’t speak l’inglisc

Dopo la gaffe di Dino Giarrusso, europarlamentare del Movimento 5 Stelle, al Parlamento Ue durante il suo intervento sul Prosecco italiano, non sarebbe auspicabile che i parlamentari facessero un corso d’inglese per evitare di essere sbeffeggiati oltreconfine?
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Giarrusso don’t speak l’inglisc

Dopo la gaffe di Dino Giarrusso, europarlamentare del Movimento 5 Stelle, al Parlamento Ue durante il suo intervento sul Prosecco italiano, non sarebbe auspicabile che i parlamentari facessero un corso d’inglese per evitare di essere sbeffeggiati oltreconfine?
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Dopo la gaffe di Dino Giarrusso, europarlamentare del Movimento 5 Stelle, al Parlamento Ue durante il suo intervento sul Prosecco italiano, non sarebbe auspicabile che i parlamentari facessero un corso d’inglese per evitare di essere sbeffeggiati oltreconfine?
Il discorso che si era preparato avrebbe dovuto essere in difesa del Prosecco italiano, contro la richiesta della Croazia di riconoscere il suo Prosek. Peccato che non sia mai stato pronunciato perché Dino Giarrusso, europarlamentare del Movimento 5 Stelle, si è prodotto in una performance piuttosto imbarazzante. Non avendo a disposizione il traduttore, gli era stato chiesto di parlare in inglese. Lingua che, sedendo al Parlamento europeo, si suppone lui debba conoscere. E invece no, come dimostra l’esilarante video che naturalmente è finito su tutti i siti di news.

Già dalle prime battute Giarrusso premette di non essere proprio a suo agio con la lingua straniera, dopodiché prova comunque a iniziare a parlare.

Giusto tre quattro vocaboli e si ferma, ammettendo di non essere in grado di proseguire. Ora, noi italiani abbiamo una tradizione non memorabile in quanto a performance con le altre lingue, e anche stavolta abbiamo regalato materiale prezioso per essere sbeffeggiati oltreconfine. Resta incomprensibile come una persona che dovrebbe rappresentare il nostro Paese in sede europea non sia in grado di parlare almeno l’inglese, appunto, in modo decoroso. Dovrebbe essere uno dei criteri in base al quale scegliere chi candidare per quelle poltrone. Per fortuna oggi abbiamo un presidente del Consiglio che l’inglese lo parla in modo fluente e non rischiamo figure imbarazzanti. Sarebbe auspicabile che pure gli altri, peraltro profumatamente pagati, facessero un corso per evitare questo tipo di gaffe.   Di Annalisa Grandi

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