I grillini e la variante populista del pacifismo

I grillini e la variante populista del pacifismo
I grillini e la variante populista del pacifismo
Da anticasta a casta, il grillismo ha smarrito così il proprio ingrediente principale, il gentismo, trovandosi a ricercare vie di uscita per darsi una nuova identità politica. Persino sull’Unione europea i 5S han cambiato radicalmente posizione, passando da una certa simpatia per i gilet gialli a un europeismo che solo fino a qualche anno fa era impensabile. Che il populismo evolva, in politica, è solitamente buon segno soprattutto se questa evoluzione s’accompagna a una crescita della classe dirigente. Ciò non è accaduto e oggi i 5 Stelle di Giuseppe Conte tornano a inseguire il loro spirito populista, stavolta puntando sul pacifismo.
I pacifismi non sono tutti uguali, intendiamoci. C’è quello francescano o quello di Gandhi, ma si tratta di populismi inseriti nella storia filosofica o politica di cui i loro interpreti sono figli e attori protagonisti, con una precisa visione del mondo. Ai tempi della guerra russa in Ucraina, il pacifismo grillino pare invece più un populismo da sondaggi. Stando a questi, infatti, la maggioranza degli italiani sarebbe contraria ad aumentare la spesa militare del nostro Paese. Capirai che notizia.
Vi sono momenti nella vita politica delle nazioni dove inseguire l’opinione pubblica sondata è sbagliato ma soprattutto anti-politico. Oggi, con la guerra di Putin e un cambiamento storico in atto come l’accelerazione dell’Ue per una difesa comune o il riarmo dei grandi sconfitti della Seconda guerra mondiale – la Germania e il Giappone (con la nostra Italia, anch’essa sconfitta, che fa invece i conti con le bizze grilline) – essere pacifisti e basta significa mettersi fuori dalla storia. Un errore imperdonabile per una forza politica che sta nella maggioranza di governo d’un Paese come l’Italia, che riveste un ruolo internazionale definito e riconosciuto. Conte e i 5 Stelle dovrebbero rifletterci su anziché mettersi a inseguire il populismo più facile in tempi di guerra. Quello di com’è bella la pace e di quanto son cattive le armi.
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