Una valanga d’insulti sui social ha caratterizzato la prima giornata di campionato. I disservizi di Dazn ci ricordano quanto il calcio sia inevitabilmente una questione di soldi.
La giornata di ieri, la prima del campionato di calcio di Serie A 2021-2022, è stata accompagna dalla valanga social contro il canale in streaming che ha acquisito i diritti del nuovo torneo.
Tweet, post, meme spettacolosi, stimolati da problemi e disservizi francamente incredibili in pieno III millennio.
Eppure, venivamo da precedenti, imbarazzanti esperienze, tali da aver indotto la Lega calcio a spingere Sky ad un accordo con la stessa Dazn, per creare un canale che potesse mettere una toppa al buco. Ricorderete, era il 209…
A dispetto di tutto questo, ieri gli appassionati si sono trovati peggio di prima e del previsto. Come è mai possibile che nessuno abbia chiesto e ottenuto garanzie tecniche adeguate, a fronte della valanga di soldi e interessi in gioco?
La verità è che la Lega, spinta dal terrore delle società di finire travolte dal crack finanziario – provocato da anni di mala gestione e accelerato dal Covid – avrebbe venduto i diritti anche a Qui, Quo e Qua, se si fossero presentati con una borsa piena di quattrini.
Non ci si dica, però, che alla luce del dissesto finanziario, questa sia una scelta giustificabile. Neppure in attesa di tempi migliori. Lo è solo la misura in cui al cliente, colui che tiene in piedi la baracca, venga garantita un’esperienza impeccabile. Non sufficiente e carica di promesse e mirabolanti parole, ma semplicemente perfetta.
Perché è questo a cui il tifoso-telespettatore è ormai abituato da anni, non solo attraverso Sky, che sembra al confronto la terra promessa, ma per la user experience quotidiana. Per tutti, è normale rapportarsi a servizi di stupefacente efficienza, a prescindere dalla stessa qualità della connessione disponibile e dal luogo in cui ci si trovi.
È sconfortante il paragone fra quando apriamo le app di Netflix, Apple+, Disney+, Prime Video, Sky, etc. e quando ci imbattiamo in Dazn. Il benchmark è quello dei leader del settore (ovvio). Non ci si aspetta nulla di meno, egregia Lega calcio.
Per inciso e per serietà, andrebbe imposto a Dazn anche di creare un customer service degno di questo nome, perché affidarlo a dei chatbot neppure troppo evoluti significa indurre i clienti (paganti) a un esaurimento nervoso, mentre cercano di intravedere Chalanoglu.
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Tag: calcio, social media
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