In montagna si respira una bell’aria di ripresa
Dopo un difficile periodo di fermo a causa della pandemia, il mondo della montagna riparte. L’esperienza di Skipass, la più importante fiera italiana degli sport invernali di cui “La Ragione” è media partner, costituisce una grande opportunità per tutti.
In montagna si respira una bell’aria di ripresa
Dopo un difficile periodo di fermo a causa della pandemia, il mondo della montagna riparte. L’esperienza di Skipass, la più importante fiera italiana degli sport invernali di cui “La Ragione” è media partner, costituisce una grande opportunità per tutti.
In montagna si respira una bell’aria di ripresa
Dopo un difficile periodo di fermo a causa della pandemia, il mondo della montagna riparte. L’esperienza di Skipass, la più importante fiera italiana degli sport invernali di cui “La Ragione” è media partner, costituisce una grande opportunità per tutti.
Dopo un difficile periodo di fermo a causa della pandemia, il mondo della montagna riparte. L’esperienza di Skipass, la più importante fiera italiana degli sport invernali di cui “La Ragione” è media partner, costituisce una grande opportunità per tutti.
Nel febbraio del 2020 alcune delle immagini che ci accompagnarono nell’incubo del lockdown furono le file agli impianti di risalita delle stazioni sciistiche. A ripensarci, foto di assoluta normalità che, però, sembrarono identificare come poche il senso di incredulità di tutti. Persone, amanti della montagna, della neve e degli sport invernali, additate come sconsiderate o almeno inconsapevoli complici del disastro in cui stavano precipitando. Erano solo – anche loro – vittime.
La montagna è stata tramortita dalle conseguenze della pandemia: nel 2019, 10 miliardi e 200 milioni di fatturato del turismo. Nel 2020, 206 milioni. Oggi, quel settore finito ko manda magnifici segnali di ripresa. Tutti gli indicatori schizzano verso l’alto, ma questo è solo parte della sensazione che abbiamo registrato a Modena, in occasione di Skipass, la più importante fiera italiana del mondo della montagna e degli sport invernali di cui “La Ragione” è media partner. Skipass (del rilancio del settore fieristico parleremo in un’altra occasione), dopo il forzato stop-Covid, è ripartita di slancio, testimoniando un’ansia di vita, lavoro e (perché no) divertimento che è di tutto il Paese. Almeno di quella parte che non si perde in chiacchiere e cerca di riflettere su come sfruttare al meglio l’abbrivio della ripartenza.
Il mondo del turismo è uno degli asset fondamentali del nostro sistema economico, come testimoniato anche dalle gigantesche risorse previste per il settore nel Pnrr, 2 miliardi e 400 milioni di euro. Non semplicemente un riconoscimento del valore strategico dell’industria del turismo, ma uno stimolo a compiere quel salto di qualità che abbiamo regolarmente mancato negli ultimi decenni.
La montagna, da questo punto di vista, può essere un magnifico banco di prova: come scritto, le previsioni sono a tratti entusiasmanti, ma compito degli operatori del settore non sarà limitarsi a gestire la voglia di neve e bellezze in quota di milioni di italiani e stranieri. Bisogna saper approfittare del momento, dell’energia che abbiamo respirato a Modena e delle suddette risorse per ripensare a fondo l’accoglienza.
Magari superando – finalmente – le rigidità e gli automatismi che ci portiamo indietro dagli anni Settanta dello scorso secolo. Per competere e vincere, battendo una concorrenza che si farà sempre più ampia e agguerrita sul piano del puro prezzo, dovremo finalmente mettere a reddito bellezze impareggiabili, ma anche una macchina dell’ospitalità evoluta. Pensata per diverse fasce d’età, di reddito e per 12 mesi all’anno. È solo un esempio, ma se continueremo a ragionare meccanicamente di ‘alta’ e ‘bassa’ stagione rinunceremo a occasioni di business.
L’Italia vista da Skipass è una bella Italia, lontana dall’ossessione degli interessi particolari: merita di essere ascoltata e incoraggiata. Serviranno lungimiranza, progettazione, elevata professionalità. Senza questi tre elementi non si fa turismo, al massimo si fa cassa.
Di Fulvio Giuliani
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