
Italia – Spagna, un’emozione per sempre
Italia – Spagna, un’emozione per sempre
Italia – Spagna, un’emozione per sempre
Il calcio resta un mistero, per quanto vada in scena sotto gli occhi del mondo.
Come possa coinvolgere, superando confini e barriere d’età, cultura, estrazione, interessi. Come possa prima farti maledire quelle sensazioni incontrollabili, quando ti chiedi chi te lo faccia fare a sudare e mangiarti le mani. Per non finire mai di ringraziarle poco dopo, se vinci. Qualche volta anche se perdi.
Si chiama passione e fa paura solo a snob, aridi e a chi ha dimenticato da qualche parte il cuore.
Come ieri. quando in due ore si sono concentrate speranze, tremori, illusioni, disillusioni, gioia compressa e poi liberata. Il calcio è bello da vivere così. Farsi troppe domande, provare a razionalizzarlo a tutti costi significa uccidere il pallone. Lo possiamo analizzare, approfondirne aspetti psicologici e sociali, ma sopra ogni cosa deve restare la capacità di abbandonarsi alle emozioni che crea. Cercare forza ed energie nella parte istintiva della vita, di cui una partita di calcio, i suoi infiniti saliscendi, restano una metafora senza eguali.
Gli azzurri, ieri sera, hanno cercato un loro posto non tanto nella piccola, grande storia del nostro sport nazionale, ma nella memoria collettiva di un Paese.
Come scriveva ieri Diego della Vega su La Ragione, la cosa più vicina all’immortalità che si possa conquistare. La Ragione
di Fulvio Giuliani


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