app-menu Social mobile

Skip to main content
Scarica e leggi gratis su app

L’urlo dal palco contro l’invasore

Dal palco del Festival di Coachella, i Måneskin sono andati oltre la semplice esibizione: hanno lanciato un chiaro messaggio contro la guerra e contro Putin. E talvolta fa bene che a farlo sia chi ha la possibilità di farsi ascoltare da molti.
| ,

L’urlo dal palco contro l’invasore

Dal palco del Festival di Coachella, i Måneskin sono andati oltre la semplice esibizione: hanno lanciato un chiaro messaggio contro la guerra e contro Putin. E talvolta fa bene che a farlo sia chi ha la possibilità di farsi ascoltare da molti.
| ,

L’urlo dal palco contro l’invasore

Dal palco del Festival di Coachella, i Måneskin sono andati oltre la semplice esibizione: hanno lanciato un chiaro messaggio contro la guerra e contro Putin. E talvolta fa bene che a farlo sia chi ha la possibilità di farsi ascoltare da molti.
| ,
| ,
Dal palco del Festival di Coachella, i Måneskin sono andati oltre la semplice esibizione: hanno lanciato un chiaro messaggio contro la guerra e contro Putin. E talvolta fa bene che a farlo sia chi ha la possibilità di farsi ascoltare da molti.
Hanno portato la realtà sul palco del Festival di Coachella, consapevoli dell’enorme potere della musica, e sono stati giustamente applauditi. Non hanno osato solo con i costumi, come da loro abitudine: questa volta i Måneskin hanno fatto molto di più, lanciando un chiaro messaggio contro la guerra e contro Putin. Hanno mandato a quel paese, letteralmente, il presidente russo, dichiarandosi invece vicini all’Ucraina. E alle vittime di questa guerra hanno dedicato la loro canzone “Gasoline”, ovvero benzina: «Come riesci a dormire di notte con tutte quelle vite sulla coscienza?» recita il brano. E ancora: «Usi il tuo carburante per uccidere». Parole chiaramente rivolte al Cremlino, un atto d’accusa importante perché pronunciato dalla band che in questi mesi ha vinto tutto e conquistato ovunque le vette delle classifiche. Una canzone con cui i Måneskin aderiscono alla raccolta fondi per i rifugiati dell’Ucraina. Senza volerne fare degli idoli, è innegabile che la scelta di schierarsi così – e di farlo dal palco di un festival che non è certo l’emblema dell’impegno sociale – sia importante. Soprattutto per i giovani, che li riconoscono come modelli a cui ispirarsi. A loro era rivolta la frase di Damiano che dal palco ha sottolineato come sia un privilegio potersi divertire mentre altrove cadono le bombe. Parole che possono apparire banali e che invece dovrebbero far riflettere, perché è esattamente così. Ma forse talvolta fa bene ribadirlo e che a farlo sia chi ha la possibilità di farsi ascoltare da molti.   Di Gaia Bottoni

La Ragione è anche su WhatsApp. Entra nel nostro canale per non perderti nulla!

Leggi anche

Xi Jinping contro il rock’n’roll

07 Settembre 2024
Più di sessant’anni dopo la scoperta italiana del rock, nella Cina comunista di Xi Jinping quel …

Salvare gli ostaggi o la sicurezza

05 Settembre 2024
Un dilemma che oggi dilania Israele, quello che riguarda gli ostaggi, ma che anche noi conosciamo

Terremoto nel governo ucraino visto da Mosca

04 Settembre 2024
Diversi membri del governo in queste ore hanno presentato le loro dimissioni. Si tratta, tra l’a…

La Svezia e l’usanza “patriarcale” del padre che accompagna la sposa all’altare

04 Settembre 2024
Tra meno di un mese l’organo più alto della Chiesa di Svezia discuterà se vietare l’usanza del p…

LEGGI GRATIS La Ragione

GUARDA i nostri video

ASCOLTA i nostri podcast

REGISTRATI / ACCEDI