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La resistenza consente di contrattaccare

Il reggimento Azov è stato raggiunto dai membri del 36° corpo dei marine nei bunker sotterranei dell’acciaieria “Azovstal”. Ma la resistenza eroica di questi soldati non è l’unico problema del generale russo Dvornikov.
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La resistenza consente di contrattaccare

Il reggimento Azov è stato raggiunto dai membri del 36° corpo dei marine nei bunker sotterranei dell’acciaieria “Azovstal”. Ma la resistenza eroica di questi soldati non è l’unico problema del generale russo Dvornikov.
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La resistenza consente di contrattaccare

Il reggimento Azov è stato raggiunto dai membri del 36° corpo dei marine nei bunker sotterranei dell’acciaieria “Azovstal”. Ma la resistenza eroica di questi soldati non è l’unico problema del generale russo Dvornikov.
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Il reggimento Azov è stato raggiunto dai membri del 36° corpo dei marine nei bunker sotterranei dell’acciaieria “Azovstal”. Ma la resistenza eroica di questi soldati non è l’unico problema del generale russo Dvornikov.
Il reggimento Azov – che ha pubblicamente condannato sui suoi canali le ideologie naziste e staliniste, riferendole a mere posizioni personali di qualcuno fra i suoi ex componenti – è stato raggiunto da gran parte dei membri del 36° corpo dei marine nel dedalo dei bunker sotterranei dell’acciaieria “Azovstal”. Da lì l’agguerrito gruppo dei difensori della città ha rigettato la richiesta di resa intimata dal comando russo: hanno giurato di difendere Mariupol fino alla fine e non intendono rendere la vita facile agli attaccanti. Queste poche centinaia di soldati incrollabili rappresentano un’enorme spina nel fianco per i già claudicanti piani del Cremlino. Da più di 50 giorni non solo impegnano numerose brigate nemiche nei combattimenti urbani ma continuano anche a drenare preziose risorse logistiche che non riescono così a raggiungere le prime linee di Mosca. La resistenza ostinata ed eroica di questi soldati non è però l’unico problema del generale russo Dvornikov, neo comandante supremo dell’operazione “Z”, che vede il fronte della sua avanzata impantanarsi ovunque e persino retrocedere. La sua offensiva su Izjum – replica stracciona di quell’operazione “Zitadelle” con la quale i nazisti (quelli veri di Hitler) tentarono senza successo di accerchiare i difensori di Kursk durante la Seconda guerra mondiale – si sta infrangendo contro il muro delle artiglierie ucraine rinforzate dalle truppe arrivate da Kyiv (per vie molto più veloci rispetto a quelle percorse dai malconci soldati russi guidati dal generale Chayko). LEGGI TUTTI GLI ARTICOLI “CRONACHE DI GUERRA” Sempre nella zona di Kramatorsk, la città dove un Tochka-U russo ha recentemente fatto strage di civili, le truppe dell’invasore si dimostrano incapaci di catturare Lozove a Nord e Popasna a Est, vedendosi addirittura respingere dalle cittadine di Kreminna e Rubizhne che si trovano al centro del fronte. Nel frattempo i villaggi a Est di Kharkiv – come Bazalievka, Lebyazhe e, parzialmente, Kutuzivka – sono stati liberati da un contrattacco ucraino deciso a interrompere i bombardamenti terroristici dei cannoni del generale Zhuravlyov, mettendo in questo modo a rischio tutto il fronte sinistro dell’avanzata rashista, crasi tra russo e fascista con cui gli abitanti del Paese dei Girasoli chiamano gli aggressori. Anche l’unico successo russo, cioè la conquista di Chersòn, è ormai a rischio e da giorni le truppe che ne occupano il territorio sono soggette a sanguinosi raid notturni che intendono portarle al punto di rottura. Quando ciò avverrà (presumibilmente nell’arco dei prossimi giorni) si scatenerà l’offensiva volta a riportare il capoluogo regionale sotto il controllo dell’amministrazione di Zelensky, scongiurando così qualsiasi referendum farlocco orchestrato dagli occupanti per la proclamazione di una fantomatica Repubblica del Popolo di Chersòn. Si può scrivere quindi che i soldati del generale Valerij Zalužny, comandante in capo delle truppe ucraine, si trovano per la prima volta oltre il crinale della collina della resistenza a scorgere, seppur da lontano, il sole sorgente della vittoria. Da lì, galvanizzate dai recenti successi e dall’affondamento dell’incrociatore nemico “Moskva”, pronunciano un grido in faccia al criminale Putin e alle sue mire di conquista: «Gloria all’Ucraina, Mariupol resiste!».   Di Camillo Bosco

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