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Le armi proibite e disumane

Non esistono armi buone o cattive. L’uomo ha tentato di imporre limitazioni nel corso della storia all’utilizzo di alcuni armamenti, in particolare modo a quelli non convenzionali.

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Le armi proibite e disumane

Non esistono armi buone o cattive. L’uomo ha tentato di imporre limitazioni nel corso della storia all’utilizzo di alcuni armamenti, in particolare modo a quelli non convenzionali.

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Le armi proibite e disumane

Non esistono armi buone o cattive. L’uomo ha tentato di imporre limitazioni nel corso della storia all’utilizzo di alcuni armamenti, in particolare modo a quelli non convenzionali.

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Non esistono armi buone o cattive. L’uomo ha tentato di imporre limitazioni nel corso della storia all’utilizzo di alcuni armamenti, in particolare modo a quelli non convenzionali.

Si chiama Tiger Team ed è la squadra che la Casa Bianca ha deciso di mettere in campo per affrontare l’eventualità che la Russia ricorra ad armi chimiche, biologiche o nucleari in Ucraina, le cosiddette armi non convenzionali. Secondo quanto riferisce “The New York Times”, il piano di emergenza sarebbe stato varato fin dalle prime fasi di guerra, esattamente il 28 febbraio. La squadra di funzionari esperti in sicurezza nazionale si riunirebbe tre volte a settimana per delineare possibili evoluzioni del conflitto.

Nelle ultime ore il livello di allarme è cresciuto, con la denuncia da parte del sindaco di Irpin, alla periferia di Kiev, dell’utilizzo russo di armi al fosforo bianco, in grado di causare ustioni anche letali all’uomo. Dal Pentagono, inoltre, si parla di possibile ricorso anche ad armi chimiche e batteriologiche. «Non ci sono armi buone o cattive: la guerra è crudele in sé, anche se l’uomo ha tentato nel corso della storia di imporre delle limitazioni all’uso di alcuni armamenti, in particolare di quelli non convenzionali. Teniamo presente, però, che quelli al fosforo sono considerati incendiari e convenzionali» spiega Pier Riccardo Piovesana, esperto di armamenti del Cesmar, il Centro di studi di geopolitica e strategia marittima. «Il loro uso in alcuni contesti è lecito, come ad esempio per illuminare di notte (è il caso dei bengala) o per creare una cortina fumogena che permetta di fermare il nemico o di far arretrare le proprie truppe» precisa. «È vietato, invece, per colpire obiettivi umani perché causa disidratazione e necrosi dei tessuti del corpo, fino alle ossa».

Lorenzo Soncin dell’Università di Torino, autore di articoli sulla difesa europea e sistemi d’arma, spiega a sua volta che «le convenzioni internazionali servono a questo: a limitare il grado di sofferenza in un contesto di guerra, in particolare alla popolazione civile. Da questo punto di vista è alquanto singolare che una delle prime convenzioni sia quella di San Pietroburgo del 1868, in cui si faceva esplicito divieto di proiettili incendiari, tra i quali oggi rientrano le armi al fosforo». Sono, invece, armi non convenzionali e bandite in modo assoluto le cosiddette Nbcr (nucleari, batteriologiche, chimiche e radiologiche). Non a caso nella bozza del documento messo a punto dal G7 nelle scorse ore rientra il duro avvertimento al presidente russo Vladimir Putin in caso di ricorso a questo tipo di munizioni, vietate dalla Convenzione sulla non proliferazione in vigore dal 1997. In molti ritengono che Mosca non abbia smantellato tutti i suoi arsenali: «Non dimentichiamo – osserva Soncin – che la Russia ha aderito al protocollo III della Convenzione di Ginevra contro l’uso di armi al fosforo, ma non lo ha fatto, ad esempio, la Siria dalla quale si ha notizia dell’arrivo di miliziani anche in Ucraina».

Stati Uniti e Israele, invece, non hanno mai firmato il documento e hanno usato queste munizioni – rispettivamente in Vietnam e in Iraq, e a Gaza nell’operazione “Piombo fuso” nel 2006 – mentre gli inglesi le avevano impiegate in Germania nella Seconda guerra mondiale così come la stessa Russia in Cecenia. «Potrebbe sembrare che la comunità internazionale abbia le mani legate» conclude Soncin. «Ma la violazione delle convenzioni prevede delle sanzioni che possono scattare anche verso Stati che non vi aderiscono, grazie allo ius cogens: si tratta del diritto cogente a cui tutti si devono attenere e che prevede limiti nell’uso della forza bellica quando questa è sproporzionata. Da questo punto di vista un esempio di precedente illustre è proprio l’uso di fosforo bianco nella guerra dei Balcani».

di Eleonora Lorusso 

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