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Guerra Ucraina

Le quinte colonne

Per quanto assurdo possa sembrare, c’è chi non vede l’ora di apparecchiare un qualche modus vivendi con Putin. Più il conflitto si prolungherà più il rischio c’è: erano no vax , si stanno rapidamente trasformando in no Occidente.

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Le quinte colonne

Per quanto assurdo possa sembrare, c’è chi non vede l’ora di apparecchiare un qualche modus vivendi con Putin. Più il conflitto si prolungherà più il rischio c’è: erano no vax , si stanno rapidamente trasformando in no Occidente.

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Le quinte colonne

Per quanto assurdo possa sembrare, c’è chi non vede l’ora di apparecchiare un qualche modus vivendi con Putin. Più il conflitto si prolungherà più il rischio c’è: erano no vax , si stanno rapidamente trasformando in no Occidente.

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Per quanto assurdo possa sembrare, c’è chi non vede l’ora di apparecchiare un qualche modus vivendi con Putin. Più il conflitto si prolungherà più il rischio c’è: erano no vax , si stanno rapidamente trasformando in no Occidente.

Per quanto possa apparire incredibile, davanti alle terrificanti immagini delle città ucraine devastate dai missili e dai tank russi, intorno a noi si muovono ancora le volenterose e allucinate quinte colonne al servizio dello Zar. Riflessi di antiche abitudini che non muoiono mai: intendersi con il nemico, accarezzare e ammirare autocrati e dittatori. Che noia queste democrazie. Mario Draghi ha schierato con fermezza e chiarezza assolute l’Italia sul fronte occidentale, inchiodando il Paese alle scelte atlantiche, europee e Nato, il Parlamento ha votato all’unanimità – con la solita eccezione di sparuti deputati e senatori desiderosi di segnalare la propria esistenza – ma non conviene farsi soverchie illusioni. La scelta del presidente del Consiglio è stata rapida ed efficace, siamo dove dobbiamo essere per ragioni morali, storiche e anche per crudi interessi. Detto ciò, sappiamo bene quello che potrà accadere con il prolungarsi della guerra, il passare di giorni angosciosi e le inevitabili ricadute su di noi. Per quanto queste ultime siano del tutto trascurabili, rispetto alle sofferenze e al dolore inflitti agli ucraini, conosciamo bene chi non vede l’ora di cercare i distinguo e apparecchiare un qualche modus vivendi con Putin. Soprattutto se la resistenza Ucraina sul terreno dovesse venir via via fiaccata. Ieri sera è bastato il consueto giro di tavolo fra i talkshow, per vedere e sentire questa voglia di ‘normalizzazione’. Minima, per ora soffocata dagli eventi e da tracce di vergogna, ma presente. Agevolata da un modo di fare informazione che anche davanti alla guerra non riesce a uscire dallo sconfortante schema della rissa televisiva. Erano no vax e rappresentavano un’assoluta minoranza, si stanno rapidamente trasformando in no Occidente e no Nato, per mania di protagonismo, gusto dell’apparire e sostanziale ignoranza della storia. La posizione dell’Italia è nelle parole di Draghi ieri in parlamento. L’Italia è quella è resterà quella. Teniamolo bene a mente, per i difficili giorni che ci aspettano. di Fulvio Giuliani

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