Il ricordo di Ennio Doris, fondatore di Banca Mediolanum, figlio di un’Italia che prendeva il mondo a morsi, da cui era partito prima del suo meritato successo che in ogni caso non lo cambiò mai.
Alle spalle aveva l’Italia migliore, quella povera di quattrini e ricca di voglia di fare. L’Italia che prendeva il mondo a morsi perché desiderosa di crescere. Un’Italia non avida, ma attenta ai risparmi, cui affidava il compito di tutelare il tempo a venire e di trasmettere qualche cosa, ciascuno per quel che avrebbe potuto, ai figli e nipoti.
Un’Italia che non ha mai pensato di vivere alle spalle di altri, ma neanche disposta a portarsi sul groppone pesi morti. Il successo di Ennio Doris è sicuramente dovuto alla sua credibilità, al modo in cui conosceva e aveva a che fare con tutti quelli che affidavano alla sua banca, ma più che altro a lui, i propri risparmi, ma è dovuto prima di tutto all’essere orgogliosamente figlio di quell’Italia.
Bravo con i numeri, si trovò a lavorare in banca. Fuori dall’orario di sportello andava a trovare i paesani, magari anziani, e portava loro le operazioni a domicilio. Da qui divenne venditore per il risparmio gestito, con risultati fenomenali. C’erano le basi per mettersi in proprio, poteva farcela. Lo fece e ce la fece. Non solo creò una banca, Mediolanum, ma la varò con una formula allora inedita: senza sportelli.
I clienti li cercava continuando a pettinare e ripettinare l’Italia da cima a fondo, incontrandoli in assemblee gremite, con uno sguardo e un saluto per ciascuno. Il successo non lo cambiò, rimase figlio dell’Italia da cui era partito. Perché gli piaceva, era il suo ambiente naturale, ma c’era di più: sapeva benissimo che quella era la sua forza.
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