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L’umanità del salvare gli animali

Colpisce come nelle foto dei civili che scappano dall’Ucraina ci siano spesso i propri animali domestici. Abbandonarli non è un opzione per il popolo ucraino, che preferisce rischiare di morire piuttosto che mettersi in salvo ma lasciando lì il proprio animale.

L’umanità del salvare gli animali

Colpisce come nelle foto dei civili che scappano dall’Ucraina ci siano spesso i propri animali domestici. Abbandonarli non è un opzione per il popolo ucraino, che preferisce rischiare di morire piuttosto che mettersi in salvo ma lasciando lì il proprio animale.

L’umanità del salvare gli animali

Colpisce come nelle foto dei civili che scappano dall’Ucraina ci siano spesso i propri animali domestici. Abbandonarli non è un opzione per il popolo ucraino, che preferisce rischiare di morire piuttosto che mettersi in salvo ma lasciando lì il proprio animale.
Colpisce come nelle foto dei civili che scappano dall’Ucraina ci siano spesso i propri animali domestici. Abbandonarli non è un opzione per il popolo ucraino, che preferisce rischiare di morire piuttosto che mettersi in salvo ma lasciando lì il proprio animale.
C’era un trasportino verde accanto ai corpi di quella madre uccisa con i suoi due figli mentre fuggivano da Irpin. Il padre, unico sopravvissuto, ha dovuto seppellire anche i due cagnolini che di quella famiglia distrutta facevano parte. Colpisce come nelle foto dei civili che scappano dall’Ucraina ci siano spesso cani e gatti. Stretti sotto una coperta, compagni di vita anche in questo momento terribile. C’è chi il suo cane l’ha addirittura portato in braccio per chilometri, perché anziano. E chi preferisce rischiare di morire, restando in case diventate obbiettivi dei bombardamenti, piuttosto che mettersi in salvo ma lasciando lì il proprio animale. Abbandonarli non è un opzione per il popolo ucraino. E così le associazioni si mobilitano per far arrivare ai confini i trasportini e si ribadisce che i profughi possono entrare negli altri Paesi senza bisogno di avere con sé i documenti dei propri cani e gatti. Accanto alle associazioni che si occupano di donne, anziani e bambini che scappano dal conflitto ce ne sono tante altre che raccolgono cibo e medicinali veterinari. È qualcosa che fa capire perfettamente quanto il popolo ucraino abbia vissuto fino a poche settimane fa un’esistenza simile a quella di tanti di noi. Ma rende appieno l’idea anche della profonda umanità di questa gente. Non si lasciano indietro i propri compagni di vita, anche se non si sa più come sfamarli, anche se in un attimo ci si è ritrovati senza nulla. Si porta in salvo solo quello che è più importante. E questi cani e gatti lo sono. LEGGI TUTTI GLI ARTICOLI “IL DOLORE DELLA GUERRA” Senza scadere nella retorica, è evidente che anche da questo punto di vista gli ucraini stiano rispondendo all’orrore insensato e disumano con enormi coraggio e cuore. E in un’epoca in cui si fa polemica su tutto, per fortuna nessuno ha sollevato il dito per criticare. Per alcuni profughi questi animali sono tutto ciò che resta di una normalità persa forse per sempre. Sono tutta la loro famiglia. Si fanno quindi forza anche per loro e con loro accanto, nella fuga dalle bombe, si sentono meno soli. Mentre in un Paese in pace come il nostro sovente ci si sbarazza senza scrupoli degli animali, ai confini dell’Ucraina non risulta alcun caso di abbandono di cani o gatti da parte dei civili sfollati. Addirittura, non sono infrequenti i casi di profughi che – arrivati in Italia e accolti in strutture che non possono ospitare animali – prima hanno portato i loro compagni in un rifugio e poi sono andati alla ricerca di una nuova sistemazione dove poter vivere insieme a loro. Come spesso abbiamo ripetuto, abbiamo parecchio da imparare da questo popolo: ci dimostra che la guerra può spazzare via tutto, può distruggere ciò che si è costruito in una vita intera, ma non porta via la capacità di essere umani. Anche e soprattutto nei confronti di chi è indifeso.   Di Annalisa Grandi

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