Macron segna il confine verso la sovranità europea
Da quando è cominciata la guerra russa in Ucraina tutto è cambiato. La Francia è nel suo turno di guida del Consiglio Europeo e il presidente francese Macron è l’unico ad essere in contatto con Putin. A lui il compito di rappresentare una nuova sovranità europea

Macron segna il confine verso la sovranità europea
Da quando è cominciata la guerra russa in Ucraina tutto è cambiato. La Francia è nel suo turno di guida del Consiglio Europeo e il presidente francese Macron è l’unico ad essere in contatto con Putin. A lui il compito di rappresentare una nuova sovranità europea
Macron segna il confine verso la sovranità europea
Da quando è cominciata la guerra russa in Ucraina tutto è cambiato. La Francia è nel suo turno di guida del Consiglio Europeo e il presidente francese Macron è l’unico ad essere in contatto con Putin. A lui il compito di rappresentare una nuova sovranità europea
Oltre la Francia. A cominciare dall’iconografia scelta come sfondo al suo ultimo discorso dall’Eliseo di mercoledì sera: lui dritto in piedi davanti alle bandiere francesi ed europee, con in mezzo la bandiera ucraina. Simboli. Sostanza. Lui è Emmanuel Macron, presidente della Repubblica francese, guida (perché è il suo turno) dell’Unione europea in questi giorni tragici di guerra e candidato politico alle elezioni presidenziali di primavera (anche se l’annuncio ufficiale arriverà a breve).
Presidente, candidato, leader europeo. Queste tre cose assieme, mentre la Storia muta in fretta, non vanno in contraddizione. Anzi. Macron le ha messe in fila, nel suo ultimo di-scorso, per spiegare che quello che sta accadendo nel mondo è un mutamento epocale che richiede l’ambizione di nuove frontiere. La nuova frontiera delineata dal presidente francese è la sovranità europea. Per spiegarne la necessità, Macron parte dalla realtà tremenda della guerra e dell’invasione russa in Ucraina. «La guerra in Europa – ha sottolineato – non è più nei libri di storia o nei libri di scuola. È lì, davanti ai nostri occhi. Questa guerra è il frutto di uno spirito di vendetta, alimentato da una lettura revisionista della storia d’Europa, che vorrebbe rimandarla alle ore più buie degli imperi, delle invasioni e degli stermini». Le accuse di Macron a Putin – con cui cercherà di parlare finché sarà possibile – sono nette: il presidente russo è colpevole di un «brutale ritorno alla tragedia della Storia» che sta portando morti e il dramma di «diverse centinaia di migliaia di profughi» su cui «la Francia farà la sua parte nell’accoglienza».
Macron distingue tra Putin e il popolo russo e sottolinea come la sfida sia con il presidente che si è messo in guerra contro la democrazia. Dalla guerra alla necessità di una sovranità europea, il filo di Macron prosegue spedito. L’Ue, nel suo pensiero, deve «diventare una potenza più indipendente e più sovrana» e l’invasione dell’Ucraina accelera e di molto questa necessità. La sovranità europea e la capacità di difendersi saranno i due temi che, come presidente di turno del Consiglio europeo, metterà al centro della riunione dei capi di Stato e di governo in programma per il 10 e 11 marzo prossimi a Versailles.
In pochi giorni, da quando la guerra russa in Ucraina è cominciata, tutto è cambiato. Ma-cron se n’è accorto da subito e, per certe coincidenze della Storia, se n’è accorto assieme a lui un leader liberale e democratico ma fuori dall’Ue – molto distante dal francese su altre questioni politiche – come il premier inglese Boris Johnson. Nessuno dei due ha tentennato. Johnson ha sottolineato in più occasioni che l’obbiettivo delle democrazie deve essere quello di far cadere Putin, non senza suscitare polemiche in Occidente. Entrambi, Macron e Johnson, hanno giocato una partita politica schietta, anche rude. A viso aperto. Per la libertà degli ucraini. Per la democrazia. Con una sola ma sostanziale differenza: uno sta dentro e l’altro sta fuori dall’Unione europea.
di Massimiliano Lenzi
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