Interessante quanto accaduto intorno al cosiddetto FerilliGate, il giallo del molto presunto confronto-scontro fra Amadeus e Sabrina Ferilli, durante la quinta e ultima serata del Festival di Sanremo.
Secondo una lettura dell’ormai arcinoto fuori onda catturato da tanti (pezzo de m…”), indiscutibile nella sostanza, ma impossibile da indirizzare con certezza a questo o quello, l’attrice romana si sarebbe pesantemente risentita contro qualcuno (Amadeus?).
Freddezza e piccoli incidenti sul palco sono stati evidenti, ma senza quelle parole catturate sarebbero rapidamente sfumati. Sin qui i fatti da gossip, ma ciò che merita di essere approfondito è come si sia voluta porre la stessa Ferilli. Da un lato, paladina del “parla solo di ciò che sai”, nel suo monologo, freneticamente e misteriosamente applaudito dagli stessi che si spellavano le mani per i monologhi dei giorni prima contro razzismo, violenza o indifferenza.
Dall’altro, palesemente gelosa di spazi, battute e presenza sul palco.
Una fragorosa contraddizione di se stessa, solo poco prima impegnata a ricordare di non aver bisogno di parlare di grandi temi (frecciata alle colleghe che l’avevano preceduta?!) o mostrar nulla di diverso dalla propria storia, per ‘giustificare’ la sua presenza sul palco di Sanremo. Ci chiediamo, allora, come una battuta in meno o una presentazione di un cantante in più avrebbe mai potuto sminuire cotanta sicurezza e sicumera.
Dispiace allo stesso modo il conformismo di certi commenti a firma femminile sulla vicenda, in cui si dà per scontato che il “colpevole“ sia Amadeus. Può darsi di si o di no, nessuno lo sa, mentre avrebbero potuto meritare una difesa all’implicita critica della Ferilli le co-conduttrici delle serate precedenti. Silenzio.
Per quanto ci riguarda, saremo sempre con chi rischia in proprio pur di porre all’attenzione generale su grandi argomenti. Criticare da immaginari piedistalli è troppo facile.
di Fulvio Giuliani
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- Tag: sanremo
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