AUTORE: Nicola Rocco
L’ultimo è stato il tribunale civile di Napoli, che ha sospeso l’efficacia degli atti che hanno portato Giuseppe Conte a essere eletto capo del Movimento 5 Stelle. Prima c’era stato – ed è adesso sfociato in una richiesta di rinvio a giudizio – il caso dell’indagine penale per stabilire se la Fondazione Open sia invece un partito politico e come tale soggetta alle relative, specifiche regole sul finanziamento. Sia chiaro: con l’attuale ordinamento giuridico è del tutto legittimo che il giudice civile sia intervenuto nel merito delle istanze presentate dai tre militanti M5S ed è del tutto legittimo che un pm voglia accertare se Open sia o meno un partito. Ma è anche del tutto evidente che adesso risulta decapitato, si spera temporaneamente, il primo partito italiano mentre non si sa dove andrà a parare il procedimento penale sulla Fondazione Open. Insomma, il sistema politico italiano – almeno per due sue componenti importanti – si trova di fatto temporaneamente delegittimato. Con quali danni all’ordinato dispiegamento della dialettica politica è facile immaginare.
In realtà tale situazione è resa possibile dal fatto che l’attività politica si muove necessariamente in modi per loro natura diversi da quelli civilistici o penali. È l’articolo 49 della Costituzione che ce lo dice: «Tutti i cittadini hanno diritto di associarsi liberamente in partiti per concorrere con metodo democratico a determinare la politica nazionale». Ma “associarsi liberamente” significa anche che nessuno possa imporre in quali modi organizzativi debba essere regolata la vita dei partiti. L’unica condizione posta è che sia salvaguardato il “metodo democratico” al loro interno.
Se adesso intervengono il giudice civile e quello penale è soltanto perché vi è stata la latitanza colpevole delle forze politiche, le quali dovrebbero fare una cosa semplicissima: approvare una legge di pochi articoli che fissi una regolamentazione dei partiti politici secondo i dettami dell’art. 49 della Costituzione e insieme le regole per garantire il rispetto della democrazia interna. Affidando la loro osservanza a una autorità esterna indipendente, eletta dal Parlamento a maggioranza qualificata. Se su questo argomento continua la latitanza, è evidente che la Politica (con la p maiuscola) ne soffrirà ulteriormente.
di Nicola Rocco
La Ragione è anche su WhatsApp. Entra nel nostro canale per non perderti nulla!
- Tag: politica
Leggi anche
Sparo di Capodanno, il deputato Pozzolo condannato a un anno e tre mesi
31 Ottobre 2025
Assolto per le munizioni, condannato per il porto illegale dell’arma: questo quanto ha deciso il T…
Cori fascisti nella sede di Gioventù Nazionale Parma, è polemica. La Procura apre un fascicolo – IL VIDEO
31 Ottobre 2025
Polemiche per il video virale girato fuori dalla sezione di Gioventù Nazionale – giovanile di Frat…
SepararSi
31 Ottobre 2025
La riforma cancella l’eccezione mondiale, perché in tutti i sistemi accusatori le carriere sono se…
Ok alla riforma, parte la (bollente) corsa al referendum sulle carriere magistrati
31 Ottobre 2025
La riforma costituzionale per la separazione delle carriere dei magistrati, pm e giudici, è stata…
Iscriviti alla newsletter de
La Ragione
Il meglio della settimana, scelto dalla redazione: articoli, video e podcast per rimanere sempre informato.