Rovina sulle sponde del Don
Il disastro della guerra di Putin: la situazione dei civili lungo il fronte è molto dura. Al momento l’armata russa ha scaricato sull’Ucraina un numero imprecisato di colpi d’artiglieria, di bombe a caduta libera e più di 800 missili.

Rovina sulle sponde del Don
Il disastro della guerra di Putin: la situazione dei civili lungo il fronte è molto dura. Al momento l’armata russa ha scaricato sull’Ucraina un numero imprecisato di colpi d’artiglieria, di bombe a caduta libera e più di 800 missili.
Rovina sulle sponde del Don
Il disastro della guerra di Putin: la situazione dei civili lungo il fronte è molto dura. Al momento l’armata russa ha scaricato sull’Ucraina un numero imprecisato di colpi d’artiglieria, di bombe a caduta libera e più di 800 missili.
AUTORE: Camillo Bosco
«Non sono stata attiva qui su Twitter» scrive Anastasiia Lapatina, giornalista di “Kyiv Independent” «perché mia madre ha guidato dall’Ucraina a Cracovia per vedermi. Tornerà lì sabato per aiutare sul campo. È cambiata molto dopo aver vissuto l’inferno a Irpin. Quando la guerra sarà finita, dovremo imparare di nuovo come comunicare tra di noi».
La situazione dei civili lungo il fronte è molto dura: al momento l’armata russa ha scaricato sull’Ucraina un numero imprecisato di colpi d’artiglieria, di bombe a caduta libera e più di 800 missili. Tutti bombardamenti indiscriminati con l’obiettivo di spezzare la volontà del popolo ucraino che continua a resistere nonostante i traumi. Come Anastasiia, che vuole contrattaccare: «Ogni russo pagherà per l’inferno che sta vivendo mia madre. E milioni di ucraini con lei. Vinceremo, ricostruiremo tutti i ponti e le case, ma non laveranno mai via questo sangue. Mai più.»
Chi ancora una madre ce l’ha può sentirsi comunque fortunato: «Mio padre è stato ucciso dai fascisti russi a mezzogiorno mentre stava attraversando una strada nella città in cui ha vissuto per cinquant’anni. Non voleva abbandonarla. Scappare non era nel suo stile. Riposa in pace papà. Ti amo» è l’epitaffio scritto dall’imprenditrice ucraina Maria Semykoz, ora orfana per colpa di un bombardamento dell’artiglieria di Mosca a Siverskodonetsk.
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Famiglie spezzate e annichilite come quella di Irpin: madre, padre, figlio e figlia sterminati dal fuoco dei mortai russi lungo uno di quei corridoi umanitari che Putin aveva garantito per l’evacuazione dei civili.
In questa guerra, che da parte ucraina ha visto più morti civili che militari, anche le infrastrutture sono state colpite duramente e prudenti stime quantificano in 100 miliardi di dollari i danni materiali fin qui subìti nei maggiori centri urbani del Paese. Proprio per questo motivo Kyiv ha lanciato il sito “La Russia pagherà” dove qualsiasi cittadino può inoltrare una segnalazione di danno a proprie abitazioni o altri edifici a causa dell’aggressione russa. Rimane il dubbio su come Mosca riuscirà a pagare le riparazioni di guerra dato che la sua economia è a un passo dal default e i comuni cittadini rischiano presto di ritrovarsi senza generi di prima necessità. Molti di loro hanno scritto disperati all’economista Maxim Mironov: «Diverse persone – è la sua risposta – ora mi chiedono dove possa investire denaro un russo. Da professore di finanza, posso dire che ora l’investimento più redditizio è l’assassinio di Putin. I soli oligarchi hanno perso più di cento miliardi di dollari nelle ultime settimane. Se creassero un fondo da un miliardo di dollari per finanziare l’assassinio di Putin, recupererebbero istantaneamente una parte significativa delle loro perdite con una redditività maggiore del traffico di droga».
di Camillo Bosco
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