Trump riprende a comiziare e trova nel complotto il comodo nascondiglio della sua politica. Gli assomigliamo parecchio. Stiamo perdendo l’abitudine alla conversazione, che implica per sua natura la possibilità di convergere sull’opinione dell’altro. Sui social, premuroso l’algoritmo ci mette in contatto soltanto con quelli che già la pensano come noi.
E se qualcuno ci critica possiamo sempre cancellarne le frasi, che sporcano la nostra lavagnetta digitale piena di like. Insiste? Allora va bannato, arrogante presuntuoso. Quanto al resto, quello che non so non esiste, quello che so è giusto e chi afferma il contrario è un provocatore perditempo, uno che prova a manipolarmi.
L’ombra dei poteri forti si allunga sulla nostra vita. Occorre reagire. Per questo è tutto un gonfiare le frasi, un mostrare quanto si abbia duro l’aggettivo e insultante il nomignolo da affibbiare. Che a dirla con Vasco, alla fine «è tutto un equilibrio sopra la follia», con vite pubbliche maleducate «e ognuno in fondo perso dentro i fatti suoi».
di Vittorio Pezzuto
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Tag: Trump
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