«Vorrei essere libero, libero come un uomo». In una delle sue canzoni più riuscite, “La libertà”, Giorgio Gaber declinava al condizionale il voler essere liberi. Perché la libertà non è mai per sempre e va conquistata ogni giorno. Per questo ci piace la notizia del premio Nobel per la pace 2021 assegnato a due giornalisti, la filippina Maria Ressa e il russo Dmitry Muratov.
Dopo anni di premi assegnati al buonismo, seppur nelle sue migliori espressioni (rispettabili, ma che noia!), si è deciso di premiare il coraggio. Ressa e Muratov sono stati scelti «per i loro sforzi per salvaguardare la libertà di espressione, che è una condizione preliminare per la democrazia e una pace duratura».
La Ressa, co-fondatrice di “Rappler”, sito di giornalismo investigativo, «usa la libertà di espressione per denunciare l’abuso di potere, l’uso della violenza e il crescente autoritarismo» nel suo Paese, le Filippine. Muratov, caporedattore di “Novaya Gazeta”, in Russia si è invece rifiutato di abbandonare la linea seguita dal suo periodico (quello per cui scriveva anche Anna Politkovskaja, il cui assassinio ricordiamo qui a fianco), critica nei confronti delle politiche di Putin e del sistema russo.
Adesso sarebbe il caso che il mondo libero si impegnasse a sostenere Ressa e Muratov, affinché di giornalisti come loro ne vengano fuori ogni giorno di più. Un giorno da Nobel è bello ma dura poco.
Di Aldo Smilzo
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