Venezia e la Mostra del cinema: servono strutture per stupire il mondo
Venezia e la Mostra del cinema: servono strutture per stupire il mondo
Venezia e la Mostra del cinema: servono strutture per stupire il mondo
Il direttore della Mostra del cinema di Venezia, Alberto Barbera – protagonista con il presidente della Fondazione Ente dello Spettacolo monsignor Davide Milani di “Voci e Storie a Venezia” – ha ulteriormente alzato l’asticella. Barbera ha ribadito il suo mantra: se il cinema vuole interpretare i nostri tempi deve smetterla di alzare muri contro le piattaforme di streaming. A differenza di Cannes, il numero uno della Mostra riconosce che «oggi c’è sconcerto e preoccupazione per questo processo di trasformazione. Ma è una cosa con cui bisogna fare i conti e dalla quale non si può prescindere».
Quest’anno il direttore ha potuto eliminare il muro, imposto dalla pandemia, che separava il red carpet dal pubblico. Torna il contatto appassionati-protagonisti e, sottolinea Barbera, «sono soprattutto giovani, perché quando si dice che i giovani non sono interessati al cinema si dice una balla. Sono loro a determinare il successo dei film».
La Mostra di Venezia resta un colosso ma sconta problemi endemici. «Avremmo bisogno di strutture, avremmo bisogno di poter garantire molta più accoglienza a prezzi calmierati per i ragazzi, avremmo bisogno di spazi. Tutte cose che non possiamo realizzare noi. Tocca alle istituzioni» spiega Barbera. «La cosa che vorrei prima e più di qualsiasi altra? Una “sala grande” di dimensioni molto superiori a quella, bellissima, che abbiamo. Mille posti non sono sufficienti e ci costringono a deludere tanti appassionati. Dateci strutture e Venezia non avrà rivali».
di Marco SallustroLa Ragione è anche su WhatsApp. Entra nel nostro canale per non perderti nulla!
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