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Eolo, come avere internet anche quando non c’è la connessione

Come vedere la finale di Champions League dalla propria casa sperduta nelle campagne o dal cucuzzolo della montagna? Grazie a un’intuizione di un italiano che nei primi anni 2000 ha risposto a un bisogno, suo e di altre migliaia di persone

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Eolo, come avere internet anche quando non c’è la connessione

Come vedere la finale di Champions League dalla propria casa sperduta nelle campagne o dal cucuzzolo della montagna? Grazie a un’intuizione di un italiano che nei primi anni 2000 ha risposto a un bisogno, suo e di altre migliaia di persone

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Eolo, come avere internet anche quando non c’è la connessione

Come vedere la finale di Champions League dalla propria casa sperduta nelle campagne o dal cucuzzolo della montagna? Grazie a un’intuizione di un italiano che nei primi anni 2000 ha risposto a un bisogno, suo e di altre migliaia di persone

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Come vedere la finale di Champions League dalla propria casa sperduta nelle campagne o dal cucuzzolo della montagna? Grazie a un’intuizione di un italiano che nei primi anni 2000 ha risposto a un bisogno, suo e di altre migliaia di persone

Si chiama Eolo, l’internet provider che non teme le altezze. La sua connessione, anziché sottoterra, viaggia nell’etere e risponde ai bisogni di chi vive in zone montane o piccoli paesi, quelli dove si trovano anche le famose case a un euro. La società ha origine da un bisogno del suo fondatore, Luca Spada. Siamo nei primi anni 2000 e, nella sua casa in un paesino poco distante da Varese, di Adsl nemmeno l’ombra. L’imprenditore, quindi, ha un’intuizione: da una fabbrica vicina dotata di banda larga “spara” il segnale a una stazione radiobase collocata su un hotel arroccato in cima al Campo dei Fiori, piccolo monte che domina Varese, e da lì, a sua volta, lo ritrasmette a casa sua. Un triangolo magico che la sera stessa gli permette di navigare a 20 Mb al secondo. 

In principio erano due case, oggi sono 650mila le abitazioni su cui Eolo – prima Telco italiana a ricevere la certificazione B Corp – “soffia” la sua connessione con tecnologia FWA (Fixed Wireless Access), sfruttando le frequenze radio per portare la banda larga e ultralarga anche nelle zone più difficili con una velocità che da poco raggiunge i 300 Mbps in download. 

“Si tratta di una prestazione a prova di finale di Champions” puntualizza con orgoglio Guido Garrone, un passato in Fastweb, oggi CEO di EOLO. “Significa nessun disservizio anche durante i momenti di picco, quando moltissime persone si connettono nello stesso momento. Il punto vero di ogni offerta non è avere 1 o 5 Giga – spiega il manager – ma quanta banda viene garantita durante questi momenti. Quindi se durante la finale di Champions offro quel flusso costante che serve a fruire al meglio il contenuto, vuol dire che sto dando un servizio reale. Non a caso siamo fra i top performer nelle classifiche per i servizi in streaming”.

La mancanza di controllo sugli investimenti per la gestione dei picchi è un problema più diffuso di quel che si pensi, che tocca trasversalmente tutti i player del settore. A quanti utenti, ad esempio, capita di avere una connessione lenta anche dopo aver sottoscritto contratti che si vantano di offrire internet superveloce?

Ecco, essere “piccoli” permette l’indubbio vantaggio di un controllo ravvicinato sul territorio e di eventuali carenze.

“Il valore di fare qualcosa di diverso ha molti rischi – continua Garrone – Se però quella diversità funziona, improvvisamente ci si trova ad avere un vantaggio competitivo sul mercato. Ormai si è capito che raggiungere ogni abitazione con la fibra ottica è un’utopia. Per questo le soluzioni wireless come quelle offerte da noi sono uno strumento chiave per la digitalizzazione di tutto il Paese, in sinergia con la Fibra. Noi siamo pronti a collaborare mettendo a disposizione il nostro know-how e la nostra tecnologia”:  

Due i momenti chiave che hanno segnato l’azienda: 1. La conversione dei ripetitori delle televisioni locali in ripetitori per segnali a onde radio, avvenuta con il passaggio al digitale terrestre; 2. il Covid, che, spingendo molte persone a lavorare nelle seconde case, ha fatto aumentare la domanda di connettività nei piccoli comuni, facendo di conseguenza crescere il fatturato del 31% fra il 2020 e il 2022.

Quando chiediamo se in Italia l’accesso a internet sia troppo costoso, Garrone non ha esitazioni: “No, anzi il prezzo in Italia ha subito una pesante corsa al ribasso, perché con una sola rete disponibile, la competizione si è giocata solo su questo fattore. Questo meccanismo ci ha portato ad avere fra i prezzi più bassi a livello europeo, e non ha permesso agli operatori di rientrare degli investimenti fatti. Da qui la necessità di iniziative come il piano statale ultra broadband per le zone a bassissima densità abitativa e il bando del PNRR da 6,5 miliardi vinto dai Telecom e Open Fiber”. 

I servizi offerti da EOLO sono diretti principalmente alle aree del Paese caratterizzate da bassa densità abitativa. Possono sembrare realtà minori ma, in Italia, contano circa 7 milioni di case.

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