Noi italiani i più bravi nella differenziata ma poco furbi quando si parla termovalorizzatori
Andrea Giustini, partito da zero, ha fondato EcoEridania, tra le prime aziende nello smaltimento dei rifiuti (410 mln di fatturato). Il lavoro, la disciplina, la famiglia e il privilegio di “concedersi” un lusso da 2,5 milioni di euro l’anno
Noi italiani i più bravi nella differenziata ma poco furbi quando si parla termovalorizzatori
Andrea Giustini, partito da zero, ha fondato EcoEridania, tra le prime aziende nello smaltimento dei rifiuti (410 mln di fatturato). Il lavoro, la disciplina, la famiglia e il privilegio di “concedersi” un lusso da 2,5 milioni di euro l’anno
Noi italiani i più bravi nella differenziata ma poco furbi quando si parla termovalorizzatori
Andrea Giustini, partito da zero, ha fondato EcoEridania, tra le prime aziende nello smaltimento dei rifiuti (410 mln di fatturato). Il lavoro, la disciplina, la famiglia e il privilegio di “concedersi” un lusso da 2,5 milioni di euro l’anno
Andrea Giustini, partito da zero, ha fondato EcoEridania, tra le prime aziende nello smaltimento dei rifiuti (410 mln di fatturato). Il lavoro, la disciplina, la famiglia e il privilegio di “concedersi” un lusso da 2,5 milioni di euro l’anno
È stato un ragazzo indisciplinato, studiare non gli piaceva affatto. Il papà, geometra, desiderava lo stesso destino per il figlio: la scuola sicura, quella che garantiva un titolo senza frequentare l’università. Ma non era quella la strada di Andrea Giustini, che ora di anni ne ha 60 e che quella disciplina, che lo faceva sentire in gabbia, scandisce oggi le sue giornate: sveglia all’alba, appuntamento con il personal trainer e di corsa nel suo ufficio affacciato sul mare della sua Genova. Da lì non esce mai prima delle 8 di sera: “Ma non ho mai lavorato un sabato o una domenica, quelli sono dedicati alla famiglia” puntualizza il fondatore di Gruppo EcoEridania, azienda tra le prime al mondo nel recupero e smaltimento di rifiuti sanitari e non solo, con un fatturato nel 2023 di 410 milioni di euro (+24%).
“Lavoravo nella società di rifiuti dove mio padre faceva il funzionario. Capii subito che il lavoro da dipendente non faceva per me e fondai con mia sorella la nostra società – spiega Giustini – Siamo saliti sul treno giusto, non senza difficoltà. Ricordo come adesso quando entrò il primo fondo d’investimento (oggi se ne sono alternati già tre ndr): era il 2011 e le cose non andavano troppo bene. Eravamo una piccola azienda ligure e subivamo come tutti la crisi delle banche che non finanziavano più a seguito del fallimento di Lehman Brothers”. Negli anni poi l’azienda è cresciuta, “facendo aggregazione, quello che molte società italiane non sanno fare” e conta oggi 19 controllate e 34 filiali su tutto il territorio nazionale.
L’imprenditore è ben conscio della fortuna e dei privilegi acquisiti ed è anche per questo che a un certo punto ha sentito il bisogno di dare qualcosa indietro: “Nel 2011 le Cinque Terre vennero colpite da una terribile alluvione, così per la festa natalizia aziendale chiedemmo a tutti un contributo per la causa. Da allora è diventata una consuetudine in cui coinvolgo fornitori e dipendenti, laddove il 65% accetta di donare il 5% della propria tredicesima in beneficenza. Quando siamo arrivati a raccogliere qualcosa come 300-400mila euro l’anno, abbiamo capito che era arrivato il momento di costituire una fondazione. Così è nata FEEIN (Fondazione EcoEridania Insuperabili) che permette a oltre 800 ragazzi con disabilità di giocare a calcio. Da qui provengono anche la maggior parte dei giovani che compongono la rosa della Nazionale paraolimpica che a breve potrà anche contare su una propria Coverciano con un centro sportivo di oltre 33mila quadrati. Posso dire senza falsi moralismi che, con i suoi oltre 200 dipendenti e costi in bilancio per 2,5 milioni di euro, la Fondazione rappresenta il lusso più grande che mi sia mai concesso”.
Impossibile non affrontare l’argomento Covid che per questa azienda ha rappresentato un punto di svolta in termini di visibilità più che economici: “È vero che i ricavi sono esplosi in quel periodo ma alla fine ci abbiamo rimesso 10 milioni di euro. Ricordo che per proteggere i miei operatori che entravano negli ospedali per smaltire i rifiuti sanitari, comperammo migliaia di mascherine senza guardare il prezzo. Nonostante ciò due dei nostri collaboratori persero la vita. Se però non ci fossimo stati noi, con il nostro lavoro, oltre alla tragedia della pandemia, avremmo avuto anche un problema di carattere ambientale”. Da quell’anno tutti i dipendenti hanno la polizza a vita inclusa e poi sono arrivate anche iniziative come il salario minimo, il carrello della spesa, contributi asilo nido e baby-sitter per le mamme.
Quanto alle polemiche che aleggiano sempre attorno alla realizzazione dei nuovi termovalorizzatori, Giustini le rispedisce subito al mittente: “Si critica quello che è il miglior modo per smaltire i rifiuti senza tenere conto che, volendo, è un’ottima fonte per potersi riscaldare a costo zero. Noi italiani siamo poco furbi in tal senso, pur essendo i più bravi a fare la raccolta differenziata. I danesi, per esempio, sopra il termovalorizzatore hanno costruito una pista da sci e a Montecarlo, nessuno se n’è accorto, ma il termovalorizzatore si trova proprio sotto lo stadio”. Milan e Inter prendano nota per quando – chissà quando! – cominceranno i lavori per il nuovo impianto sportivo.
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Tag: Ambiente, sostenibilità
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