“Giovani, siate visionari”, parla Massimo Renda di Caffè Borbone
Massimo Renda, fondatore di Caffè Borbone, è tra i leader italiani nell’industria del caffè. Ecco le sue sliding doors che ne hanno decretato il successo
“Giovani, siate visionari”, parla Massimo Renda di Caffè Borbone
Massimo Renda, fondatore di Caffè Borbone, è tra i leader italiani nell’industria del caffè. Ecco le sue sliding doors che ne hanno decretato il successo
“Giovani, siate visionari”, parla Massimo Renda di Caffè Borbone
Massimo Renda, fondatore di Caffè Borbone, è tra i leader italiani nell’industria del caffè. Ecco le sue sliding doors che ne hanno decretato il successo
Massimo Renda, fondatore di Caffè Borbone, è tra i leader italiani nell’industria del caffè. Ecco le sue sliding doors che ne hanno decretato il successo
Ci sono state diverse sliding doors nella vita di Massimo Renda, fondatore di Caffè Borbone, tra i leader italiani nell’industria del caffè monoporzionato, primo per quote di mercato nel comparto delle cialde e secondo in quello delle capsule. La prima fu quando – nei primi anni Novanta, poco più che ventenne – capì il potenziale dei distributori di caffè e propose allo zio proprietario di una torrefazione di entrare in questo business ricevendone in cambio un ‘no’ secco.
Da quel rifiuto nacque la Renda Distributori, un’azienda che dopo cinque anni poteva contare già 200 clienti: «Il primo me lo ricordo ancora perfettamente, era un venditore di auto che mi chiese di aggiustargli la macchinetta del caffè che avevano in ufficio. Fu un disastro. Nonostante il mio diploma da perito elettronico e la mia fama di ‘smanettone’, finii col guastargliela del tutto. Il giorno dopo gliene portai una nuova e lui restò mio cliente fino alla fine di quell’avventura» ci racconta divertito, ricordando i primi tempi in cui girava come una trottola per tutta la Campania per fare le consegne di persona e occuparsi anche dell’assistenza.
Arrivò così il giorno in cui Renda abbandonò i distributori automatici – non prima di averli donati ai suoi agenti – per lanciarsi nella produzione delle macchine da caffè in cialda e nell’attività di torrefazione e confezionamento in monoporzioni: era il 1997 quando nasceva la società Aromatika, seconda sliding door. In quel periodo venivano gettate le fondamenta per quello che nel 1999 sarebbe diventato il marchio Caffè Borbone. Un’azienda che ha chiuso il 2023 con ricavi a 300,4 milioni di euro (+14,3%) e uno stabilimento a Caivano (Napoli) che occupa più di circa 50mila metri quadri (dai 200 che erano agli inizi).
Altra intuizione capace di determinare il successo di Caffè Borbone – che agli inizi non aveva ancora la forza economica per girare uno spot in grande stile – fu quella di credere nel product placement: «Eravamo presenti praticamente in tutte le trasmissioni Rai e Mediaset con le nostre macchinette e il nostro caffè. Si rivelò un’idea vincente». Alla fine della prima decade del 2000 – e per diversi anni a seguire – l’esercizio chiudeva sempre a doppia cifra. Le dimensioni del gruppo erano ormai tali che Renda capì di aver bisogno di una gestione più strutturata. Ed ecco un nuovo bivio, frutto di un incontro con l’imprenditore Carlo Pesenti che nel 2018 con la sua Italmobiliare rilevò il 60% di Caffè Borbone. Lo scorso anno i due sono stati insigniti del titolo di Cavalieri del Lavoro dal Presidente della Repubblica Sergio Mattarella.
Osserva Renda: «Dopo molti anni a occuparmi della gestione societaria, in questa fase di vita avevo il desiderio di dedicarmi alla ricerca e allo sviluppo. Negli ultimi dodici mesi abbiamo lanciato diversi nuovi prodotti ma la vera svolta arriverà a fine anno, quando saremo in grado di lanciare capsule compostabili compatibili con le principali macchine da caffè. L’aspetto principale è che lo faremo a un prezzo concorrenziale. Un’innovazione che farà bene all’ambiente visto che quelle attuali, con la linguetta in alluminio, non sono riciclabili». Quello delle capsule è un asset importante tanto quanto quello delle cialde che crescono grazie al rafforzamento dell’online: «Con i nostri prodotti su Amazon occupiamo i primi tre posti della classifica di una categoria vastissima com’è quella di “Alimentari e casalinghi”» aggiunge l’imprenditore.
Oltre a occuparsi di ricerca, oggi Renda incontra spesso anche gli studenti nelle università che gli chiedono di spronare i ragazzi a diventare imprenditori: «Vorrei convincerli che non per forza il posto fisso è la soluzione migliore e io ne sono la prova vivente. Bisogna essere dei visionari, all’occorrenza anche saper rischiare: quando ho iniziato, tutto quello che guadagnavo lo reinvestivo nell’attività». Infine, non possiamo esimerci dal chiedergli quanti caffè si conceda al giorno: «Sto per compiere 57 anni e da quando sono in questo settore ne bevo in media cinque al giorno. Sembrano molti, ma non tutti sanno che l’espresso contiene molta meno caffeina di quello preparato a casa con la moka…».
di Ilaria Cuzzolin
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Tag: economia, interviste
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