Santini, azienda della “maglia gialla”: come capire i propri dipendenti grazie ai mattoncini Lego
Parla Paola Santini, marketing manager dell’omonima azienda che realizza le famose maglie del Tour de France, rigorosamente made in Bergamo. Per fare ancora più squadra, il gruppo ha assoldato un mental coach: grazie ai Lego, una scoperta straordinaria
Santini, azienda della “maglia gialla”: come capire i propri dipendenti grazie ai mattoncini Lego
Parla Paola Santini, marketing manager dell’omonima azienda che realizza le famose maglie del Tour de France, rigorosamente made in Bergamo. Per fare ancora più squadra, il gruppo ha assoldato un mental coach: grazie ai Lego, una scoperta straordinaria
Santini, azienda della “maglia gialla”: come capire i propri dipendenti grazie ai mattoncini Lego
Parla Paola Santini, marketing manager dell’omonima azienda che realizza le famose maglie del Tour de France, rigorosamente made in Bergamo. Per fare ancora più squadra, il gruppo ha assoldato un mental coach: grazie ai Lego, una scoperta straordinaria
Parla Paola Santini, marketing manager dell’omonima azienda che realizza le famose maglie del Tour de France, rigorosamente made in Bergamo. Per fare ancora più squadra, il gruppo ha assoldato un mental coach: grazie ai Lego, una scoperta straordinaria
C’è molta Italia ogni anno nel Tour de France. Non solo perché l’organizzazione – proprio nell’ultima edizione – ha scelto proprio Firenze come tappa iniziale per apire i giochi; non solo perché gli italiani appassionati di ciclismo sono tantissimi e gli sportivi made in Italy che hanno scritto la storia di questo sport sono altrettanto numerosi. C’è molto di più ed è legato all’abbigliamento che i corridori indossano quando finiscono sul podio.
Oltre alla mitica maglia gialla, destinata al leader della classifica generale, esiste anche un altro tris meno noto: la maglia a pois (detta “polka-dot” in inglese) per il miglior scalatore (in Italia il vincitore del Gran premio della montagna); quella bianca va invece a premiare l’eccellenza del ciclista che si distingue tra i giovani mentre quella verde spetta al re dei velocisti. Che cos’hanno in comune queste magliette sportive, oggi particolarmente tecniche e aderenti? Sono tutte rigorosamente made in Bergamo dalla famiglia Santini nel nuovo stabilimento: la società fattura una trentina di milioni l’anno e dà lavoro a 150 persone.
Santini realizza anche le repliche di queste maglie per il grande pubblico (tifosi, appassionati, ecc.) e qualche collezione speciale: completi per stare in sella che raccontano alcune delle tappe attraverso colori e grafiche dedicate al territorio o alla storia dei luoghi.
Insomma, in più di mezzo secolo di storia (fatta di emozioni, sfide e innovazione continua), i Santini hanno disegnato abbigliamento prodotto interamente in Italia, facendo dell’azienda bergamasca un brand noto in tutto il mondo nel mercato del ciclismo da strada e delle altre multidiscipline. Sono quattro le promesse che definiscono l’abbigliamento Santini: un capo da ciclismo, o da triathlon, deve avere un’ottima vestibilità, garantire le massime prestazioni, offrire un comfort insuperabile e mantenere le sue caratteristiche nel tempo, anche dopo numerosi lavaggi. Ogni prodotto è creato e sviluppato con materie prime italiane nel dipartimento di Ricerca e sviluppo dell’azienda.
Nata nel 1965 dall’intuizione di Pietro Santini di combinare la sua passione per il ciclismo e le competizioni con l’attività manifatturiera di famiglia, la società produce più di 6mila capi al giorno ed esporta oltre l’85% della sua produzione. Oggi l’azienda è guidata dalle due figlie del fondatore, Monica e Paola. E a Bergamo sono ricorsi anche al Lego e a dei consulenti per rafforzare il gioco di squadra: «Diventare sponsor del Tour de France – racconta con entusiasmo la Marketing manager, Paola Santini – è sempre stato sì il sogno di mio padre ma era un desiderio di tutta l’azienda. Qualche anno fa abbiamo intrapreso un percorso con un “mental coach” ed un consulente di Lego serious play, un gioco dove viene chiesto alle persone di rispondere ad alcune domande attraverso l’utilizzo dei mattoncini. Il concetto si basa sul fatto che ciò che fai con le mani esprime quello che provi dentro molto più di quanto riesci a esprimere a parole. Tutti i dipendenti hanno lavorato su un proprio modellino e, alla fine del percorso, il consulente ci ha fatto notare che l’80% aveva utilizzato mattoncini gialli. Voleva appunto dire che il Tour era nei pensieri di tutti”. Detto, fatto!
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