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Stefano Senardi: “Aiutiamo la Banda di Diano Marina. Hanno perso tutto”

Dopo che un incendio ha devastato la sede della banda di Diano Marina in tanti si sono mossi per aiutare la realtà a reagire. Tra di loro anche Stefano Senardi

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Qualche giorno prima del Festival di Sanremo, a pochi chilometri di distanza, un incendio ha devastato la sede della Banda Città di Diano Marina. Il rogo – probabilmente causato da un cortocircuito – si è propagato rapidamente dal tetto. Fortunatamente, non ci sono stati feriti, ma la perdita affettiva e materiale è immensa.

Abbiamo scambiato quattro chiacchiere con Stefano Senardi, storico produttore e membro del direttivo del Club Tenco, tra i primi ad attivarsi in segno di solidarietà con la banda. “Quando ho letto questa notizia, mi ha colpito particolarmente, anche perché è avvenuta quasi in concomitanza con il Festival di Sanremo, a soli 30 chilometri dall’Ariston. Purtroppo, questo incendio ha distrutto non solo i cimeli dell’orchestra — parliamo di una banda comunale attiva dal 1853, con una lunga storia di vessilli, premi e riconoscimenti ottenuti in vari concorsi, anche a livello europeo — ma anche documenti, ricordi, uniformi e, soprattutto, strumenti musicali” ci ha confidato Senardi.

Ho parlato con il direttore, ed erano davvero disperati. Tra l’altro, so che anche il direttore dell’orchestra ha provato a contattare qualcuno a Sanremo, ma in quei giorni ci sono talmente tante altre priorità che una realtà così piccola finisce per passare inosservata. Eppure, è importante, perché garantisce la sostenibilità culturale del territorio. Mi sono informato: questo non è solo un luogo di passione musicale tramandata di generazione in generazione, ma anche un centro dove si tengono lezioni di musica per i più giovani“.

Ne abbiamo scritto anche noi: le bande sono una risorsa fondamentale per il tessuto sociale. Un colpo come questo può rivelarsi fatale.

Questa storia mi ha colpito molto, perché basterebbe davvero poco per aiutarli. Ho pensato che, magari, appena possibile, potrei organizzare un concerto o un evento per raccogliere fondi. E mi ha fatto riflettere il fatto che, a pochi chilometri di distanza, ci fossero così tanti musicisti, artisti e giornalisti, ma che nessuno si sia soffermato su questa vicenda” ha continuato Senardi.

Basterebbe davvero un minimo di attenzione per sensibilizzare gli appassionati su un problema che non riguarda solo questa banda, ma tante altre realtà territoriali. Certo, in questo caso c’è stato un incendio, ma il punto è più ampio: in un Paese che ha dato i natali alla grande musica—Puccini, Verdi, la Scala, i Conservatori—molti faticano a fare musica. Per me, questa vicenda è diventata uno spunto per riflettere su un altro tema: l’educazione musicale nelle scuole. In molti Paesi del mondo si impara davvero a suonare uno strumento, si studia la storia della musica, mentre qui spesso manca un’adeguata formazione musicale nella scuola dell’obbligo. Io mi batto molto per portare la musica d’autore nelle scuole e ogni anno organizziamo una masterclass“.

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