Boronat racconta il ruolo del regime cubano rispetto alla guerra in Ucraina
Secondo l’intelligence militare ucraina, circa 20mila cubani sono stati mobilitati come parte della nuova offensiva russa contro l’Ucraina. Si tratta del contingente internazionale più numeroso, dopo quello della Corea del Nord. Parla Gutiérrez Boronat, esule cubano

«Ho intervistato un prigioniero di guerra cubano. La scorsa settimana la divisione di intelligence militare ucraina ha diffuso un comunicato stampa in cui stimava che ci fossero dai 5mila ai 7mila cubani che combattevano nell’Ucraina occupata. E ritengono che 20mila siano stati mobilitati come parte della nuova offensiva russa contro l’Ucraina. Affermano che si tratta del contingente internazionale più numeroso, dopo quello della Corea del Nord. Ad esempio, so che a Bakhmut c’erano truppe speciali cubane che supportavano i russi. Ma penso che si trovino più verso Nord e verso Est». Così testimonia Orlando Gutiérrez Boronat: esule cubano in Florida, cofondatore e portavoce del Direttorio democratico cubano e coordinatore dell’Assemblea della Resistenza cubana.
Un ‘Parlamento’ dove sono rappresentate 40 organizzazioni civiche pro-democrazia dentro e fuori Cuba. Del ruolo del regime cubano rispetto alla guerra in Ucraina e più in generale di quel che accade nell’isola ha parlato nel corso di un incontro che si è tenuto a Roma, presso la sede dell’Euro-Gulf Information Centre.
La presenza di cittadini cubani che combattono con i russi era trapelata già nel 2023. Ma il governo dell’Avana disse che non c’entrava niente e anzi il Ministero degli Esteri emanò un comunicato per garantire che stava «lavorando alla neutralizzazione e allo smantellamento di una rete di traffico di esseri umani che opera dalla Russia per incorporare i cittadini cubani che vivono lì, e anche alcuni a Cuba, nelle forze militari che partecipano alle operazioni di guerra in Ucraina».
Una versione nettamente smentita da Gutiérrez Boronat: «Ci sono anche cubani che vanno a combattere contro l’Ucraina per iniziativa propria, ma sono molto di più le persone mandate dal governo. Dopo aver studiato l’intera enorme operazione del regime russo e del regime cubano sulla base dei passaporti ottenuti dagli ucraini, possiamo concludere che queste persone sono reclutate in tutto il Paese e appartengono a classi di età differenti. Soprattutto vengono arruolati coloro che hanno formazione militare, in particolare nelle forze speciali». Chi sono? «Soltanto il regime cubano può saperlo. Chi conosce Cuba sa che una cosa del genere non può accadere senza il consenso del regime».
A sorprendere Gutiérrez Boronat è poi il fatto che ancora oggi quasi nessun europeo sia a conoscenza di truppe cubane che combattono sotto il comando russo: «Sono stato in Ucraina due volte. Purtroppo, ho visto le foto e i video di cubani uccisi in battaglia» assicura, precisando che non si tratta certo di una eccezione.
Durante la Guerra fredda il regime castrista cercava infatti di fomentare guerriglie in America Latina ma aveva anche spedito dei contingenti a combattere in molti Paesi africani, a partire da Angola ed Etiopia. E adesso? In Venezuela diversi testimoni riferiscono da anni di uffici pubblici o posti di frontiera pieni di addetti con uniformi venezuelane ma che parlano con un pesantissimo e inconfondibile accento cubano. Gutiérrez Boronat conferma: «Sì, c’è una forte presenza cubana in Venezuela, ma anche in Nicaragua e in Bolivia. Ma è possibile che stia crescendo anche in Honduras e Messico. Non si tratta di militari ma di personale dei servizi. Peraltro, il Messico è stato una base operativa storica per l’intelligence del regime. Ricordo un generale cubano di nome Enyo Leyva che viveva in Messico ed era un maestro di operazioni clandestine».
Di Maurizio Stefanini
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