AAA cercansi ostetriche, parla Guadagno
AAA cercansi ostetriche: in Italia mancano all’appello 8.500 di queste figure sanitarie. Un dato che ci pone al di sotto degli standard europei. Guadagno: “Alle donne viene a mancare un supporto importante”

AAA cercansi ostetriche. In Italia mancano all’appello 8.500 ostetriche. Un dato che ci pone al di sotto degli standard europei e rischia di incidere negativamente sulla promozione della salute femminile.
Nel Paese in cui non si fanno più figli e il tema dell’educazione alla sessualità è completamente assente dall’agenda politica. Il rapporto – come rilevato in uno studio Ocse del 2023 – è di 29 ostetriche ogni 100mila abitanti, con 14,2 unità in meno della media europea. L’Organizzazione mondiale della Sanità ha riconosciuto la qualità dell’assistenza materna e neonatale come un diritto inalienabile e un fattore determinante per la salute delle donne. L’Italia sembra negare questo diritto, alle prese con una carenza cronica di ostetriche, con gli effetti a lungo termine della pandemia e con un calo delle ‘vocazioni’. Nel 2023 le iscrizioni a Ostetricia hanno fatto segnare un allarmante -20%.
«I problemi sono strutturali. Non c’è un’equa distribuzione da Nord a Sud, con territori nei quali addirittura non siamo presenti. Una criticità che si riflette negativamente sulla salute di donne e bambini» spiega a “La Ragione” Roberta Guadagno, referente nazionale del coordinamento ostetrico Nursing Up. Non lontano dal confine italiano la figura dell’ostetrica assume una valenza diversa: «In Germania è una specialista che ha una forte presenza sul territorio, in rete con altri professionisti sanitari» prosegue Guadagno. «Ha in carico gruppi di donne o famiglie e si occupa della salute riproduttiva femminile, che non si ferma al momento del ricovero per il parto, ma inizia molto prima e continua dopo la nascita del bambino con l’assistenza domiciliare, per supportare la famiglia nell’educazione alla genitorialità e la mamma nelle prime fasi dell’allattamento».
La scarsa presenza di ostetriche all’interno dei sempre più sporadici consultori familiari e la necessità di avere queste figure soprattutto in ambiente ospedaliero, dove comunque si registrano gravi carenze organizzative e di personale, incide anche su un altro aspetto: «L’educazione alla sessualità, la corretta pianificazione familiare, la prevenzione delle malattie sessualmente trasmissibili e il contrasto alla violenza di genere sono temi fondamentali. La nostra formazione è finalizzata anche alla gestione di questi aspetti. Alle donne viene così a mancare un supporto importante».
La carenza di ostetriche dipende anche dall’invecchiamento della forza lavoro, dagli alti tassi di turnover fra le ostetriche neoformate e dalle pressioni associate alla vita in corsia, fra livelli altissimi di stress e rischi di burnout. La pandemia ha fatto il resto: «Durante l’emergenza Covid le ostetriche sono state escluse da qualunque bonus sanitario» ricorda Guadagno. «Oggi permangono problemi quali le basse retribuzioni e la necessità di spostarsi da Sud a Nord con salari troppo esigui. Anche quando vengono banditi concorsi, molti rinunciano a priori perché, in città come Roma e Milano, è molto difficile sopravvivere con uno stipendio di 1.500 euro». La conclusione è amara: «Non siamo eroi, ma professionisti sanitari. Va bene diminuire le tasse sugli straordinari. La strategia non può però essere far lavorare ancora di più chi è già dentro. Serve anzitutto un grande piano di assunzioni che dia pieno riconoscimento alla figura dell’ostetrica».
Di Valentina Monarco
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