La studentessa di Padova si sbaglia nel demonizzare la competizione e certamente lo sa anche lei. Perché la competizione, il fare a gara, è la cosa più naturale che ci sia.
Ma soprattutto perché è esattamente la competizione ciò che permette a chi è svantaggiato di andare più avanti, di riscattarsi. Perché se non ci fosse una valutazione del merito e della capacità allora il figlio del ricco rimarrebbe ricco, il figlio del povero rimarrebbe povero, il figlio del notaio farebbe il notaio etc. Una società delle corporazioni.