Skip to main content
Scarica e leggi gratis su app

Disordinati per il disordine, parlano i Delta V

Scriviamo spesso che in quest’epoca di connessioni digitali e realtà aumentate gli artisti hanno smesso di esporsi, di dire la loro circa i fatti che scompigliano la realtà quotidiana. Tuttavia, parafrasando l’antico detto, per fortuna c’è sempre l’eccezione che conferma la regola. È il caso dei Delta V

|

Scriviamo spesso che in quest’epoca di connessioni digitali e realtà aumentate gli artisti hanno smesso di esporsi, di dire la loro circa i fatti che scompigliano la realtà quotidiana. Tuttavia, parafrasando l’antico detto, per fortuna c’è sempre l’eccezione che conferma la regola. È il caso dei Delta V, che quest’anno celebrano i trent’anni di vita artistica con un nuovo disco – “In fatti ostili” – uscito ieri: il settimo di inediti, il secondo dopo “Heimat” (2019), l’album che ha cambiato in maniera decisiva la visione e il modo di fare musica del gruppo formato da Carlo Bertotti, Flavio Ferri e Marti.

Il tema centrale di questo nuovo lavoro, già anticipato dal suo titolo e dal singolo apripista “Nazisti dell’Illinois”, è il senso di ostilità: un sentimento diffuso e condiviso nella società contemporanea, sintomo di un profondo cambiamento rispetto agli anni Novanta in cui i Delta V hanno visto la luce.

I cambiamenti degli ultimi anni ad aver acceso la miccia di questo lavoro dei Delta V

E sono proprio i cambiamenti degli ultimi anni ad aver acceso la miccia di questo lavoro: «È inevitabile che quello che ti circonda influenzi ciò di cui parli. Negli ultimi cinque anni il mondo è cambiato tantissimo, è stato un susseguirsi di disastri, quindi è naturale che tutto ciò si rifletta nella musica» racconta Flavio Ferri. «Viviamo un periodo che obbliga a dire qualcosa e parlerei proprio di obbligo morale, come musicista. Non è un obbligo produttivo, perché in vent’anni abbiamo fatto soltanto due dischi. Ci siamo presi il tempo necessario per fare qualcosa che avesse senso, che ci rappresentasse e che raccontasse ciò che è successo a noi e agli altri».

“In fatti ostili” racchiude undici tracce che non si nascondono e che affrontano con forza e lucidità molti dei problemi della nostra società: «Nella scena pop di oggi i ventenni e trentenni non parlano mai di politica o di critica sociale. Lo fanno soltanto gli artisti più maturi e questo è preoccupante. È un vuoto che rispecchia quello della politica. Prima c’era un’urgenza vitale di suonare, oggi molti lo fanno per visibilità. E questo è un errore: se il tuo obiettivo è diventare famoso, hai sbagliato mestiere. La musica la fai perché non puoi farne a meno, perché hai qualcosa da dire» sottolinea Carlo Bertotti.

Un suono costruito in maniera artigianale

Musicalmente il disco segue il solco della produzione tipica della band, in un bagno di synth e arpeggiatori che cullano l’ascoltatore tra momenti di sospensione e sezioni più incalzanti. Un suono costruito in maniera artigianale, per lo più in casa: «Abbiamo evitato di quantizzare tutto. È un disco disordinato, perché parla di disordine e sarebbe stato contraddittorio renderlo perfetto e pulito. Abbiamo suonato tutto e mantenuto l’imperfezione, conservando le prime registrazioni, quelle più spontanee, con pochissime sovraincisioni, solo dove necessario. Lavoriamo così da sempre: gli studi mettono ansia e limiti di tempo. Invece in casa puoi fermarti quando vuoi e registrare appena arriva un’idea. Le voci, per esempio, sono state incise con mezzi semplicissimi, in ambienti domestici» spiega ancora Bertotti.

Spesso presente tra le righe dei testi è la città di Milano, culla della storia del gruppo e protagonista anche del singolo di lancio del disco, “Regole a Milano”: «Non volevamo fare una cartolina della città, ma raccontare un luogo che ci ha formati. Milano sta cambiando identità troppo velocemente. È diventata aggressiva, frenetica, disumana. È un riflesso di una società che ha accelerato in peggio. Oggi qui non puoi più vivere con le risorse che bastavano dieci anni fa: i quartieri cambiano fisionomia umana, la città espelle le persone. È un disequilibrio che avrà conseguenze sociali e politiche gravi».

I Delta V saranno presto in tour

I Delta V saranno presto in tour: «Cominciamo l’8 novembre e andremo avanti fino a metà dicembre. Faremo una decina di date tra Roma, Torino, Napoli, Firenze. In scaletta ci saranno molti brani del nuovo album e alcuni dei nostri classici» conclude Bertotti.

di Federico Arduini

La Ragione è anche su WhatsApp. Entra nel nostro canale per non perderti nulla!

Iscriviti alla newsletter de
La Ragione

Il meglio della settimana, scelto dalla redazione: articoli, video e podcast per rimanere sempre informato.

    LEGGI GRATIS La Ragione

    GUARDA i nostri video

    ASCOLTA i nostri podcast

    REGISTRATI / ACCEDI