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Fausto Desalu “Veloce come il vento – La mia vita di corsa”

Eseosa Fostine Desalu, detto Fausto, classe ’94, è un velocista italiano, campione olimpico della staffetta 4×100 metri ai Giochi di Tokyo 2020, insieme a Lorenzo Patta, Marcell Jacobs e Filippo Tortu. Oltre all’oro detengono il record nazionale maschile con il tempo di 37″50, stabilito proprio a Tokyo. Siamo stati alla Feltrinelli in Piazza Piemonte a Milano, alla presentazione del suo libro “Veloce come il vento – La mia vita di corsa” scritto insieme a Francesco Ceniti, giornalista della Gazzetta dello sport. Desalu nasce a Mantova da genitori nigeriani ma viene abbandonato dal papà quando non ha ancora tre anni. Proprio a Mantova Fausto ha trovato una famiglia, grazie a due “nonni” adottivi che, con la loro dolcezza e presenza hanno offerto al giovane atleta e alla madre solidarietà e affetto. Una storia di grande forza e coraggio. Una biografia che fa commuovere ed emozionare: “Ho solo un modo per far ricordare il mio nome per sempre. Devo lasciare il segno, vincere una finale olimpica. Sì, questo è il mio destino”.
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Eseosa Fostine Desalu, detto Fausto, classe ’94, è un velocista italiano, campione olimpico della staffetta 4×100 metri ai Giochi di Tokyo 2020, insieme a Lorenzo Patta, Marcell Jacobs e Filippo Tortu. Oltre all’oro detengono il record nazionale maschile con il tempo di 37″50, stabilito proprio a Tokyo. Siamo stati alla Feltrinelli in Piazza Piemonte a Milano, alla presentazione del suo libro “Veloce come il vento – La mia vita di corsa” scritto insieme a Francesco Ceniti, giornalista della Gazzetta dello sport. Desalu nasce a Mantova da genitori nigeriani ma viene abbandonato dal papà quando non ha ancora tre anni. Proprio a Mantova Fausto ha trovato una famiglia, grazie a due “nonni” adottivi che, con la loro dolcezza e presenza hanno offerto al giovane atleta e alla madre solidarietà e affetto. Una storia di grande forza e coraggio. Una biografia che fa commuovere ed emozionare: “Ho solo un modo per far ricordare il mio nome per sempre. Devo lasciare il segno, vincere una finale olimpica. Sì, questo è il mio destino”.

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