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Femminicidi, chi paga alla fine? Sempre loro, le vittime

Le parole di Stefania Bartoccetti, fondatrice dell’Associazione “Telefono Donna”, dopo l’ennesimo caso di femminicidio.
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È fuori pericolo la donna accoltellata ieri alla schiena dall’ex fidanzato a Padova. L’uomo dopo il carcere era stato condannato anche per stalking. Ma c’è di più: nel 1999 aveva già ucciso l’ex compagna, madre di due figli, con 33 coltellate. Stessa sorte per Lauretta Toffoli. Sabato scorso è stata massacrata dal vicino in un tentativo di rapina. L’omicida era uscito dal carcere solo il giorno prima per aver derubato un’altra vicina tempo addietro. Nel 2019 anche il figlio l’aveva pugnalata, ritenuto poi incapace di intendere e volere. Un destino disgraziato il suo. Ormai non ha nemmeno più senso riportare i numeri di un bollettino che cresce senza che nulla cambi. Quello che colpisce in queste storie è la reiterazione del reato. A volte va bene, come nel caso della signora di Padova, a volte va male. Permessi che vengono rilasciati con troppa leggerezza, sconti di pena, condanne troppo leggere per reati troppo pesanti. E chi paga alla fine? Sempre loro, le vittime. Davvero non se esce?

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