I dubbi di Jannik nel gran giorno di Cobolli
Sugli scudi c’è il 23enne Flavio Cobolli, alla sua prima volta ai quarti di finale a Wimbledon. Per Renzo Furlan dobbiamo abituarci: “Gli italiani possono arrivare in fondo in ogni torneo, anche nelle prove del Grand Slam”

Sugli scudi c’è il 23enne Flavio Cobolli, alla sua prima volta ai quarti di finale a Wimbledon, che oggi discuterà la sua personale ‘tesi di laurea’ con Nole Djokovic, sette volte vincitore sull’erba londinese. E poi dovrebbe esserci (contro l’americano Ben Shelton) Jannik Sinner, ma il condizionale è d’obbligo per il gomito malconcio del numero uno al mondo che nelle ultime 24 ore ha tenuto praticamente tutti sotto scacco, tra esami medici e allenamenti prima fissati e poi cancellati. E se il fuoriclasse altoatesino allunga così la sua striscia di infortuni a Wimbledon (anche l’anno scorso con Medvedev non era al massimo), l’Italtennis produce lo stesso emozioni e risultati.
Come racconta a “La Ragione” Renzo Furlan, ex numero 19 al mondo, oggi commentatore su Sky Sport, lo show sembra essere appena all’inizio: «Dobbiamo abituarci. Gli italiani possono arrivare in fondo in ogni torneo, anche nelle prove del Grand Slam. E quindi può accadere qui a Londra, in Australia, allo Us Open». È una questione di qualità: «Basti pensare a quelli presenti nella top 100. Abbiamo Sinner che è il numero 1, poi c’è Musetti che è fra i primi dieci, Cobolli nei primi venti, poi ancora Arnaldi, Darderi, Naldi. Sono i testimoni di un’Italia giovane, perché del gruppo azzurro soltanto Sonego ha 30 anni. Senza contare che altri talenti stanno arrivando, come Cinà, Vasamì e Basile».
Furlan è convinto che Cobolli potrebbe rendere dura la vita a Djokovic: «È migliorato tantissimo, è più completo e aggressivo, sbaglia di meno. La sua arma micidiale è la velocità: ha dei piedi straordinari, si muove sull’erba come fosse sulla terra rossa. Cobolli ha fatto un grosso passo in avanti in termini di continuità di prestazione, si è costruito la classifica vincendo due tornei. Può farcela, anche se Djokovic è in grande forma come ho potuto appurare commentando le sue prime tre partite. Il fuoriclasse serbo è tra i favoriti, con Alcaraz e Sinner. Certo, lo spagnolo viene da una stagione mostruosa in termini di risultati…» riflette Furlan.
Capitolo donne. Jasmine Paolini – dei cui successi straordinari Furlan è stato architetto in qualità di suo coach– è stata eliminata al secondo turno a Wimbledon, decidendo poi di chiudere il rapporto professionale con lo spagnolo Marc Lopez dopo soli tre mesi di collaborazione: «No, non mi ha contattato per tornare ad allenarla. Tra di noi è rimasta una sincera amicizia e ne sono felice. Il nostro rapporto professionale ha semplicemente avuto un inizio e una fine. Il passato è passato, è stato bello per entrambi, lei cercherà qualche nuova soluzione per allenarsi e giocare al meglio». Si parla di una possibile scelta di Sara Errani all’angolo di Paolini: «Potrebbe essere, dopo tutto Errani è già molto presente nella vita tennistica di Jasmine, giocano il doppio assieme».
Sul delicato momento della campionessa azzurra – che arriva dalla doppia delusione tra Roland Garros e Wimbledon (nel 2024 arrivò in finale in entrambi i tornei), Furlan osserva che «quest’anno ha vinto gli Internazionali di Roma, è arrivata in semifinale a Madrid, poi agli ottavi di finale a Parigi dove ha comunque vinto il titolo nel doppio. Solo qui a Londra ha reso meno, ma è pur sempre fra le top 10 e tra le migliori nel doppio. Avercene, di tenniste in crisi come lei…».
di Nicola Sellitti
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