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Arianna Meloni a La Ragione: “Il governo è ‘complice’ solo della pace a Gaza”

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Intervista ad Arianna Meloni, sorella della presidente del Consiglio Giorgia Meloni e responsabile della segreteria politica di Fratelli d’Italia

Arianna Meloni

Arianna Meloni a La Ragione: “Il governo è ‘complice’ solo della pace a Gaza”

Intervista ad Arianna Meloni, sorella della presidente del Consiglio Giorgia Meloni e responsabile della segreteria politica di Fratelli d’Italia

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Arianna Meloni a La Ragione: “Il governo è ‘complice’ solo della pace a Gaza”

Intervista ad Arianna Meloni, sorella della presidente del Consiglio Giorgia Meloni e responsabile della segreteria politica di Fratelli d’Italia

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AUTORE: Anna Germoni

Arianna Meloni, responsabile della segreteria politica di Fratelli d’Italia, si mostra entusiasta del momento del governo e del partito della presidente del Consiglio: «Dopo tre anni di governo siamo saldamente il primo partito, segno distintivo che le nostre proposte sono valide. La riprova è il giudizio delle principali agenzie di rating, che hanno promosso l’Italia, e poi le testate internazionali, così come la stessa presidente della Bce Christine Lagarde che ha dichiarato che i Paesi europei dovrebbero ispirarsi a noi». Lagarde, peraltro, è stata anche critica nei nostri confronti, visto che ha ricordato pochi giorni fa come sia proprio l’Italia a bloccare il Meccanismo europeo di stabilità (Mes).

Capitolo elezioni regionali: dopo Marche e Calabria, ora Toscana, Campania, Veneto e Puglia. Ipotizzabile un 3-3? «Non è scontato. Abbiamo una classe dirigente preparata, competente e radicata sul territorio, in grado di produrre proposte concrete e risolutive per i cittadini. Dove governiamo ci confermano. Non c’è alcuna progettualità in un ‘campo largo’ che si ritrova unito solo alle urne. Come in Toscana, dove M5S e Pd dopo cinque anni trascorsi su fronti opposti e in disaccordo su tutto ora sono uniti». L’astensionismo, tolta la Valle d’Aosta, si conferma un problema apparentemente irrisolvibile per tutti i partiti. Quanto a criticità che riguardano in modo più diretto FdI, vi sono i ritardi sul premierato. Arianna Meloni non è d’accordo e spiega: «Il premierato è la madre di tutte le riforme, abbiamo tutta l’intenzione di portarla a compimento entro la fine del mandato. L’unico argine all’astensionismo è ascoltare i cittadini e dare loro delle certezze. Il premierato è una garanzia per gli elettori. È l’antidoto alla politica degli accordi di Palazzo, grazie ai quali il giorno dopo le elezioni si costruiscono a tavolino governi a geometria variabile, con buona pace della volontà popolare». Sullo sfondo resta la legge elettorale che dovrebbe accompagnare la riforma del premierato stesso: un altro nodo su cui non s’intravedono accordi.

A una delicata riforma costituzionale, invece, manca soltanto il quarto voto e poi la prova delle urne: si avvicina il referendum sulla separazione delle carriere dei magistrati. La coordinatrice di Fratelli d’Italia dà la sensazione di non vedere l’ora di andare a votare: «È un’occasione storica per liberare la magistratura dalla politica e i magistrati dal giogo delle correnti politicizzate. Secondo una recente rilevazione (Istituto Noto del 7 ottobre), il 57% degli italiani è favorevole alla separazione delle carriere. Sono norme di buon senso, condivise pure da alcuni esponenti dell’opposizione, anche se non tutti hanno il coraggio di ammetterlo pubblicamente. I cittadini hanno la possibilità di valutare la riforma nel merito, al di là delle divisioni politiche. L’Italia l’aspetta da 50 anni». La responsabilità civile dei magistrati, su cui pure gli italiani si espressero con l’80% di Sì nel remoto 1987, resta viceversa un obiettivo in secondo piano.

Sul bilancio del governo e sul Pnrr Arianna Meloni sottolinea con orgoglio: «Siamo uno dei governi più longevi della nostra Repubblica e fra i più stabili in Europa e ciò significa anche certezza economica. Il fondo sanitario è cresciuto di 10 miliardi in due anni, il lavoro è ripartito, abbiamo il record di occupazione femminile e aumentano i contratti stabili. Quel milione di posti di lavoro in più che sembrava un’utopia lo abbiamo raggiunto e superato. Grazie all’abbattimento del cuneo fiscale, i salari sono tornati a crescere. Per la scuola abbiamo un piano di assunzioni senza precedenti. Sull’attuazione del Pnrr eravamo il fanalino di coda, adesso siamo un modello: anche l’ottava rata arriverà puntuale, consentendo di sviluppare infrastrutture e servizi per rendere l’Italia ancora più competitiva. Lo scenario internazionale è incerto, ma non smetteremo mai di difendere le nostre imprese su ogni tavolo e in ogni situazione».

Chiusura su Gaza: la presidente del Consiglio e alcuni altri componenti del governo – oltre all’ad di Leonardo Spa, Roberto Cingolani – sono stati denunciati alla Corte penale internazionale dell’Aia per “concorso in genocidio”. La replica di Arianna Meloni è secca: «Giorgia Meloni è senz’altro ‘complice’ della pace a Gaza. Questo governo non ha mai smesso di sostenere il processo per arrivare a un duraturo cessate il fuoco e al rilascio degli ostaggi. L’accordo raggiunto in Egitto rappresenta un grande successo della diplomazia internazionale e della concretezza rispetto alla propaganda».

Di Anna Germoni

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