Calenda: “Verso una costituente liberale”
Esteri e politica, le ultime dichiarazioni del leader di Azione, Carlo Calenda: “Verso una costituente liberale”
Calenda: “Verso una costituente liberale”
Esteri e politica, le ultime dichiarazioni del leader di Azione, Carlo Calenda: “Verso una costituente liberale”
Calenda: “Verso una costituente liberale”
Esteri e politica, le ultime dichiarazioni del leader di Azione, Carlo Calenda: “Verso una costituente liberale”
«Adesso vado al Politecnico di Torino a fare un incontro, speriamo che non succeda niente» dice Carlo Calenda. Un quarto d’ora dopo è sul palco dell’aula 5 di fronte a 400 ragazzi che lo riempiono di domande e di applausi. Come per miracolo, neanche una contestazione. Calenda allora incalza gli studenti: «Sapete perché in Italia non c’è neanche un’iniziativa per gli under 35? Perché siete pochi e non andate manco a votare… Iniziate a partecipare!». Gli studenti gli urlano «Bravo!». Un giovane di Italia Viva gli chiede se sia ancora possibile un’intesa. «Io sto al centro, dove stai tu?» gli risponde Calenda. «Al centro» dice il ragazzo. «E no, tu stai con Fratoianni. Vagli a proporre il nucleare».
Se al “Poli” non è successo nulla, fuori – a Torino e nel contesto internazionale – ne succedono di tutti i colori. Molti analisti sostengono che i diversi scenari di tensione internazionale facciano in realtà parte di una sola partita mondiale: Cina, Russia e Iran contro le democrazie liberali guidate dagli Stati Uniti. «Le cose sono più complesse» obietta Calenda. «C’è un ritorno all’età degli imperi, a potenze che vogliono una dimensione internazionale regolata dalla forza. Ma sono attori diversi tra loro. La Russia vuole generare caos nell’ordine attuale, mentre la Cina vuole ereditarne la leadership. Si muovono in modi differenti. Analoghe ambizioni imperiali ha la Turchia; l’India è più nazionalista che imperiale, ma non è senza problemi. Però la Cina, la Russia e anche gli Usa di Trump hanno un obiettivo comune: disarticolare l’Unione Europea».
Anche gli Stati Uniti? «Trump non fa parte dell’ordine liberale, è un agente del disordine al soldo delle persone con cui fa business e che spesso sono dittatori. Trump è più vicino a Putin e a Xi Jinping che all’Europa». Gli chiediamo allora se l’Unione Europea dovrebbe cercare un dialogo con l’India. «No, dovrebbe fare accordi commerciali con tutte le grandi democrazie del mondo, come ai tempi di Obama. Ma soprattutto dovrebbe fare la grande potenza, cioè costituirsi come soggetto geopolitico con un esercito forte e coordinato. Non è necessario che sia comune, per ora, ma coordinato».
Parliamo di possibili alleanze a sinistra partendo da Torino. Il sindaco Lo Russo ha dichiarato che sospenderà il patto civico con Askatasuna, il centro sociale forse coinvolto nell’assalto a “La Stampa”, soltanto se venisse accertato un nesso di causa effetto tra quel luogo e le attività eversive. «Sì, è una beata cazzata». Addirittura. «Certo, e mi stupisco che l’abbia detta Lo Russo. Un’associazione che attacca un giornale viene definita “bene comune”? Di che parliamo? Gli autori dell’attacco vanno arrestati».
Per collaborare con Calenda vi sono valori non negoziabili, innanzitutto la libertà. «Ho portato la mia solidarietà a “La Stampa”, anche se non mi intervistano da quando ho attaccato la gestione Elkann di Stellantis. La libertà di stampa è sacra. A Torino stiamo dando un’idea di lassismo assoluta. Non ho mai voluto una scorta, ma qui mi hanno accolto sei agenti Digos perché il rischio è reale. Il Campus Einaudi ha rifiutato – unica università in Italia – di ospitare un dibattito richiesto dalle associazioni studentesche tra me e la Appendino, perché è ostaggio di questi gruppi».
Nel suo intervento all’Assemblea nazionale del Partito liberaldemocratico di Luigi Marattin, Calenda ha dichiarato che auspica una convergenza e che si propone di fare con loro un anno di campagna elettorale. «Rompere il bipolarismo è un lavoro complicato. Abbiamo un anno per girare l’Italia, parlare con gli studenti, studiare le crisi aziendali. Se il Pld od Ora vorranno partecipare, bene. Ma non dobbiamo perdere mesi a decidere il formato con cui si farà un’alleanza elettorale. Lavoriamo per prendere i voti. Da marzo in poi farò una costituente dell’area liberale, con la Fondazione Einaudi e con tutte le persone che vorranno starci. E poi si parte per la conquista dell’elettorato per la difesa della democrazia liberale, che non è mai stata così a rischio dal 1945».
Di Riccardo Frola
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