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Carlos Magdalena

Carlos Magdalena, il messia delle piante

Carlos Magdalena si è guadagnato il nome di “Messia delle piante” grazie alla sua attività di recupero e ricerca delle specie vegetali a rischio estinzione

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Carlos Magdalena, il messia delle piante

Carlos Magdalena si è guadagnato il nome di “Messia delle piante” grazie alla sua attività di recupero e ricerca delle specie vegetali a rischio estinzione

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Carlos Magdalena si è guadagnato il nome di “Messia delle piante” grazie alla sua attività di recupero e ricerca delle specie vegetali a rischio estinzione

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Carlos Magdalena si è guadagnato il nome di “Messia delle piante” grazie alla sua attività di recupero e ricerca delle specie vegetali a rischio estinzione

Carlos Magdalena è un botanico e orticoltore spagnolo cresciuto nella comunità autonoma delle Asturie e trapiantato a Londra. Lavora presso i Royal Botanic Gardens, nel quartiere di Kew. Si è guadagnato la definizione di ‘Messia delle piante’ nel 2010, grazie alla sua attività di recupero e ricerca delle specie vegetali rare a rischio di estinzione. Si tratta perlopiù di specie tropicali e questo lo costringe ad avventurarsi negli ecosistemi più ostili e impervi del mondo. L’asturiano ha sfidato i cieli australiani a bordo di un elicottero e guadato le acque infestate dai coccodrilli soltanto per vedere una ninfea fiorire. In Colombia si è addentrato di notte nell’Orrico popolato dai piranha, alle Mauritius si è arrampicato su una scogliera. Il suo lavoro consiste insomma nel salvare piante recandosi nei luoghi più angusti e remoti del pianeta. Descritto come l’Indiana Jones dell’orticoltura, nel suo settore Magdalena è insomma una celebrità.

Tra le sue imprese più memorabili c’è il salvataggio della Ramosmania rodriguesii, una talea considerataestinta che è endemica dell’isola mauriziana di Rodrigues nell’Oceano Indiano. Basti pensare che fino a 50 anni fa l’unico suo ritratto conosciuto risaliva a un disegno botanico del 1877. Poi negli anni Settanta ne fu avvistato un esemplare poi trasferito ai Gardens di Londra. Sebbene la pianta fiorisse regolarmente, l’esemplare maschio non era in grado di produrre semi ed era quindi destinato ad essere l’ultimo della sua specie. Ma nel 2003 Carlos Magdalena scoprì come far produrre fiori femminili alla pianta di sesso maschile e, grazie al suo lavoro, sull’isola di Rodrigues nel 2010 sono germogliati con successo 300 semi.

L’infatuazione di Magdalena per le ninfee ha origini ben radicate nella sua infanzia. Quando aveva appena otto anni si dedicò per la prima volta alla coltura prendendosi cura di una ninfea nella fattoria di famiglia, un appezzamento di terreno nella regione settentrionale delle Asturie. Circostanza che non deve stupire, visto che entrambi i genitori avevano il pollice verde, sua madre per lavoro e suo padre come hobby, mentre il nonno gli faceva da precettore istruendolo sui nomi delle piante e degli animali nei lunghi pomeriggi trascorsi in campagna.

Oggi una delle sue frasi preferite è questa: «Le piante non parlano, non piangono, non sanguinano. Così ho deciso di parlare per loro». La sua prima visita ai Royal Botanic Gardens lo lasciò ammaliato, al punto da indurlo a inviare un’e-mail alla Kew School of Horticulture che gli fece guadagnare l’opportunità di un incontro con il preside. I due andarono d’accordo fin da subito e, nonostante la mancanza di qualifiche professionali o accademiche, Magdalena – che fino ad allora aveva lavorato come barista – ottenne uno stage non retribuito. Il resto è storia.

Nella sua lunga carriera l’asturiano ha salvato diverse piante, scoprendone addirittura di nuove. Negli ultimi vent’anni, in quanto curatore dei Royal Botanic Gardens, ha contribuito a renderle una delle principali attrattive turistiche della città di Londra. Quando non si trova in giro per il mondo alla ricerca di qualche pianta da salvare, potete incontrarlo nel suo ‘regno’, dove si occupa di accompagnare i visitatori alla scoperta di queste specie rare di cui si prende cura ogni giorno.

di Angelo Annese

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