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Coma_Cose

Coma_Cose e “Vita fusa”: “Una scatola di ricordi”

Abbiamo scambiato quattro chiacchiere con i Coma_Cose in occasione dell’uscita del loro quinto album “Vita fusa”, dopo il grande successo sanremese

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Coma_Cose e “Vita fusa”: “Una scatola di ricordi”

Abbiamo scambiato quattro chiacchiere con i Coma_Cose in occasione dell’uscita del loro quinto album “Vita fusa”, dopo il grande successo sanremese

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Coma_Cose e “Vita fusa”: “Una scatola di ricordi”

Abbiamo scambiato quattro chiacchiere con i Coma_Cose in occasione dell’uscita del loro quinto album “Vita fusa”, dopo il grande successo sanremese

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Abbiamo scambiato quattro chiacchiere con i Coma_Cose in occasione dell’uscita del loro quinto album “Vita fusa”, dopo il grande successo sanremese

Tra i protagonisti di Sanremo 2025 con “Cuoricini”, i Coma_Cose tornano da oggi con un nuovo album, “Vita Fusa”. E se vi aspettavate qualcosa in linea con il tormentone festivaliero, beh, vi sbagliavate di grosso. La nuova creatura di California e Fausto è un album intimo, in cui le nove canzoni che lo compongono tratteggiano un racconto molto personale. Tra malinconia e dolcezza, ogni canzone è un piccolo album fotografico di momenti, riflessioni e speranze condivisibili da qualsiasi coppia, raccontati da testi solo apparentemente semplici, che nascondono un caleidoscopio di riferimenti, pur nella loro istantanea immediatezza. A livello sonoro “Vita Fusa” racchiude tutti i diversi linguaggi dell’universo Coma_Cose, dai riferimenti agli anni ’60 (con rimandi beatlesiani) fino all’omaggio ai crossover anni ’90, al college rock. Ieri, durante la presentazione alla stampa del disco in una bellissima giornata di sole milanese, abbiamo scambiato quattro chiacchiere con i Coma_Cose per sapere da loro qualcosina di più sul nuovo disco e sul futuro.

Ascoltando le canzoni di “Vita Fusa” emerge subito come dentro ci sia tanto di personale.

California: “Diciamo che ci siamo voluti fare questo regalo: raccontare la nostra storia. Io e Fausto siamo insieme da dieci anni e, com’è naturale, siamo cambiati tanto. Andando avanti, con tante cose da fare, a volte si rischia di perdere di vista i dettagli, anche i più piccoli, di ciò che siamo stati. È importante dare valore alle esperienze vissute ed essere grati per le cose belle che abbiamo fatto, perché spesso non gli si dà il giusto peso.

Di solito restano più impresse le esperienze forti in una storia, ma con il tempo alcuni dettagli sfumano. Così, ci siamo fatti questo regalo: una sorta di scatola dei ricordi, in cui abbiamo messo non solo il passato, ma anche auguri per il futuro. Non a caso, il disco si chiude con “Goodbye“, che dice: “Se rimani con me, ti regalerò un anello all’anno, come i cerchi di un albero”. È un augurio che ci facciamo, una promessa. Perché stare insieme è difficile, lo sappiamo tutti. Richiede impegno, e noi speriamo di riuscire a continuare questo viaggio insieme, affrontando ogni difficoltà”

Emerge anche una importante centralità nei testi, con un taglio indubbiamente cantautorale

Fausto: “Coma_Cose Fin dal primo giorno, il nostro è stato un progetto cantautorale. E questo si ricollega alla classica domanda: “Perché non siete più quelli della prima ora?” Ma è ovvio che non lo siamo più! Sarebbe disonesto raccontare dinamiche che non viviamo più. Un cantautore, per definizione, racconta ciò che vive. In questo momento, abbiamo forse una lente d’ingrandimento più distaccata su noi stessi, e con questo disco abbiamo cercato di osservarci anche dall’esterno. Ciò che resta immutato è la parola, lo spirito che muove tutto, da sempre. Amiamo giocare con i generi musicali, ma ciò che speriamo arrivi è una coerenza di sostanza e di messaggio, che per noi risiede proprio nella scrittura. Se spogliassimo ogni brano e lo suonassimo solo con un pianoforte o una chitarra, il linguaggio rimarrebbe lo stesso. È il vestito a cambiare, di volta in volta.

Coma_Cose

Nel disco ci sono tante sonorità diverse, ispirati ad altrettanti periodi. A cosa vi siete ispirati? Ad esempio “Goodbye”, di cui parlavate prima, è un richiamo agli anni ’90

Fausto: “Nello specifico è un omaggio a quel tipo di produzione anni ‘90. Mi vengono in mente brani di artisti come Pink o altri dell’epoca. Il college rock, ad esempio, faceva parte di quella prima elaborazione del crossover, in cui il rock si mescolava a elementi acustici e all’energia urbana. È qualcosa che abbiamo sempre fatto: ci piace riprendere un certo tipo di produzione sonora, rielaborarla e rievocarla in chiave attuale. Oggi è raro sentire un brano con quelle sonorità così specifiche.

Ma nel disco ci sono molte altre influenze: i Beatles, che fanno capolino spesso, e i Flaming Lips, una band che amo alla follia. Loro hanno saputo reinterpretare e reinventare un certo linguaggio sonoro, destrutturando la forma-canzone in modo unico.

Ecco perché non abbiamo scelto questi brani come singoli: li abbiamo lasciati vivere all’interno del disco, permettendo loro di trovare la propria dimensione. Credo che oggi si stia tornando a considerare l’album come un momento in cui l’artista può dialogare direttamente con il fan, svelarsi di più e approfondire certe tematiche. In un mondo così frenetico, è difficile portare l’ascoltatore a fermarsi e immergersi in una canzone, ma forse è proprio questo il valore aggiunto di un disco: dare spazio a più tracce, più sfumature, più storie da scoprire”

Rispetto a questo disco e molto di ciò che avete fatto in passato gli ultimi singoli sono molto più pop. Non pensate che qualche vostro fan possa essersi sentito spiazzato?

California: “Sicuramente il pubblico può sentirsi un po’ spiazzato, ma in realtà è qualcosa che abbiamo sempre cercato di fare. Ci piace sorprendere l’ascoltatore, giocare con le aspettative. Abbiamo sempre viaggiato tra generi diversi ed è un tema su cui discutiamo spesso: da un artista di solito ci si aspetta un certo mood, un colore preciso—se ascolti un determinato artista, lo fai perché vuoi rilassarti, caricarti o immergerti in una certa atmosfera. Con noi questo non succede mai, e penso che sia una scelta necessaria per il nostro percorso.

Ci piace spaziare tra i generi, ci piace la musica pop e amiamo la sfida di costruire un brano con determinate sonorità. Siamo cresciuti con un’anima a due facce: da bambini ascoltavamo la musica pop, poi, da adolescenti, abbiamo scoperto l’alternative, ce ne siamo innamorati e ci ha accompagnati nei nostri viaggi musicali. Per questo saltare da un’estetica all’altra ci rappresenta così tanto”.

Fausto: “Più cresco, più capisco che posso essere semplicemente me stesso. Dopo una vita in cui magari non mi sono mai sentito pienamente accolto in un’unica scena, adesso dico: “Faccio quello che sento, ed è giusto così”. È anche un modo per liberarsi dai preconcetti. Certo, quando componiamo un brano più radiofonico, più pop, ci imponiamo sempre di mettere dentro un messaggio. Questa è una condizione sine qua non per noi: difficilmente faremo un pezzo che abbia una sola lettura. Ci piace giocare con questa dicotomia, con un linguaggio che può essere sia immediato che stratificato.

Oggi siamo entrambe le cose: un brano radiofonico e un disco super ispirato, più dilatato. È giusto che il pubblico si divida, che scelga magari solo una parte della nostra produzione. Ma è altrettanto giusto che l’artista si disinteressi dei giudizi esterni e segua la propria visione. Altrimenti, si rischia di non fare più quello che davvero ci interessa e ci piace.

Coma_Cose

Come avete scelto la copertina?

California: “Ti dico la mia teoria: abbiamo due gatti. Il maschio è il mio prediletto, mentre la femmina è la sua preferita. E secondo me, involontariamente, l’ha riprodotta… pelosa. Stefania Pelosa, infatti, a lei credono! Ma volevamo anche trasmettere la tenerezza di questo album. Quindi perché non mettere in copertina un tenerissimo gattino? È un modo per raccontare la nostra quotidianità da gattari, ma anche il concetto di “Vita Fusa“: perché ci siamo fusi, in tutti i sensi. E poi, diciamocelo… i gatti stanno bene dappertutto.

Con questo progetto si chiude un cerchio. E il futuro?

Sicuramente. Vediamo i concerti di fine anno come un punto di arrivo importantissimo per noi. I primi palazzetti arrivano dopo dieci anni, non dopo poco, e per questo ce li sentiamo addosso in modo molto forte. Sono il frutto di un percorso lungo, in cui il pubblico è cresciuto pian piano insieme a noi. Dopodiché, andremo avanti. I Coma_Cose continuano, ma sentiamo anche l’esigenza di prenderci del tempo per fare cose da soli. È qualcosa di naturale, dopo dieci anni vissuti spalla a spalla, sempre a braccio. Non è detto che questo significhi smettere di fare musica: magari usciranno nuove canzoni. Ma abbiamo bisogno di dedicarci anche ad altre passioni, che possono essere la pittura, un lavoro diverso o semplicemente vivere esperienze individuali. Il titolo “Vita Fusa” gioca anche su questo: quando si dice motore fuso, c’è una vena ironica dietro. È il riconoscimento di aver dato tutto in questi anni, di aver vissuto intensamente. Dopo il tour e la promozione, sentiamo di dover ricaricare le energie, per poi tornare con nuova ispirazione.

Per festeggiare i 10 anni dall’inizio del loro percorso musicale, i Coma_Cose si esibiranno in due imperdibili concerti nei palasport italiani previsti per il 27 ottobre 2025 all’Unipol Forum di Milano e il 30 ottobre al Palazzo dello Sport di Roma. Due appuntamenti che segnano un nuovo importante passo per la loro carriera, la celebrazione di un percorso musicale che dura da 10 anni e che ha coinvolto, anno dopo anno, sempre più persone, dando voce a una generazione che ha trovato nelle canzoni dei Coma_Cose una narrazione autentica del proprio vissuto.

Il 19 giugno i Coma_Cose partiranno i live del 2025 – organizzati e prodotti da Magellano Concerti e Palace Agenzia – da Azzano Decimo (PN, Fiera della Musica) in Piazza Libertà, per poi proseguire il 29 giugno alla Trentino Music Arena di Trento (Trento Live Fest), il 3 luglio all’Anfiteatro delle Cascine di Firenze, il 4 luglio all’Arena del Mare di Ancona (Ulisse Fest), il 16 luglio in Piazza Alfieri per Asti Musica, il 20 luglio all’Este Music Festival presso il Castello Carrarese, il 22 luglio a Bisceglie (BT) alla SvevArena per il Dolmen Summer Fest, il 24 luglio a Napoli all’EX Base Nato, il 25 a Fasano (BR) in Piazza Ciaia (Luce Festival) e il 27 luglio a Zafferana Etnea (CT) all’Anfiteatro Falcone e Borsellino (Sotto il Vulcano Fest). Ad agosto, il tour farà tappa il 2 a Cattolica (RN) all’Arena della Regina, il 10 a Brescia per la Festa di Radio Onda d’Urto, il 17 a Francavilla al Mare (CH) in Piazza Benedetto Croce e si concluderà il 22 agosto al Teatro dei Ruderi di Diamante (CS, Tirreno Festival). 

di Federico Arduini

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