Skip to main content
Scarica e leggi gratis su app

Cristiano Godano e “Stammi accanto”: “Dentro la mia fragilità”

|

In un’epoca di musica liquida, di corsa e frenesia, “Stammi accanto” – nuovo album di Cristiano Godano fresco di uscita – è come una boccata d’ossigeno puro

Cristiano Godano

Cristiano Godano e “Stammi accanto”: “Dentro la mia fragilità”

In un’epoca di musica liquida, di corsa e frenesia, “Stammi accanto” – nuovo album di Cristiano Godano fresco di uscita – è come una boccata d’ossigeno puro

|

Cristiano Godano e “Stammi accanto”: “Dentro la mia fragilità”

In un’epoca di musica liquida, di corsa e frenesia, “Stammi accanto” – nuovo album di Cristiano Godano fresco di uscita – è come una boccata d’ossigeno puro

|

In un’epoca di musica liquida, di corsa e frenesia, “Stammi accanto” – nuovo album di Cristiano Godano fresco di uscita – è come una boccata d’ossigeno puro. Un disco sincero, privo di sovrastrutture e furbate, in cui le otto canzoni che lo compongono tratteggiano un viaggio tra fragilità e sospensione, in un dialogo costante tra interiorità e mondo esterno, alla ricerca di risposte. «Sono tornato a un approccio più vicino al mio modo abituale di scrivere canzoni e testi. Il punto di partenza è sempre personale, ma ciò che mi interessava era che il risultato finale fosse un’esperienza condivisibile, più aperta. In questo lavoro c’è molto di me, ma stavolta con il desiderio di rimanere un po’ più nascosto tra le righe» ci racconta Cristiano.

Tra gli elementi che colpiscono di più vi è l’unitarietà del progetto: la cura degli arrangiamenti in cui ogni elemento concorre allo scopo ultimo dell’armonia tra le parti, dal piano elettrico sospeso al contrappunto orchestrale. Un disco fuori dal tempo, che richiede e merita un ascolto mirato, di fatto altro rispetto alla maggior parte di ciò che oggi viene prodotto: «C’era davvero il desiderio di non avere preclusioni. Se una canzone prendeva una certa direzione, con un certo tipo di arrangiamento, quello doveva restare. Non volevo forzare nulla. Non si trattava di cercare a tutti i costi qualcosa di strano, ma di seguire la natura stessa della canzone così com’era nata, nella sua essenzialità». Per Godano è dare voce piena a un lato di sé talvolta in ombra, un’evoluzione: «Cercavo un suono consapevole. Vorrei tanto che venisse fuori e credo fermamente che i concerti saranno una chiara dimostrazione di questo. Ho fatto delle prove veramente magnifiche. Era ciò che volevo riuscire a portare sul palco, per avere la sensazione di star veramente evolvendo anche in quella direzione».

Non è un caso che un disco tanto riflessivo sui limiti e sulla natura umana sia nato in piena epoca pandemica: «In quel momento la mia esigenza principale era di uscire da quella che potremmo definire una sospensione, una sorta di pietrificazione nell’angoscia che in un modo o nell’altro ha toccato tutta l’umanità. Ci sono stati artisti che hanno saputo sfruttare il lockdown per creare, beati loro. Ma molti – me compreso – sono rimasti sospesi, paralizzati dall’incertezza sul futuro. Questo disco rappresenta proprio lo sblocco da quella condizione. Era inevitabile che dentro ci fossero la mia fragilità, il mio desiderio di reagire e di andare oltre» ci confida Godano.

Proprio per sua stessa natura, nonostante fosse pronto da tempo, il disco ha aspettato di trovare il momento giusto per uscire: «Non c’era più quell’onda lunga di paura e disarmo collettivo. Lentamente, il mondo ha iniziato a intravedere un’uscita dal dramma. Non direi che fosse entusiasmo, perché eravamo tutti sfiancati, ma c’era una spinta positiva. E proprio questa spinta mi sembrava difficile da conciliare con un disco che non aveva paura di mostrare la sua riflessività, una forte dimensione introspettiva, un bisogno di cercare soluzioni, anche nella sfera meditativa e spirituale».

Tra gli episodi più belli del disco spicca indubbiamente “Cerco il nulla”: «Ho approfondito la meditazione. È un approdo comune a molti: si medita per trovare un modo di placarsi, di acquietarsi. In generale credo che esprima un desiderio di fuga che riguarda molte persone. Siamo costantemente subissati da vertigini negative quotidiane. Non ho alcun problema a dichiararmi, in questo periodo, un pessimista esistenziale. Non riesco ad avere veri slanci spirituali, perché sono molto ancorato alla concretezza. La ragione su di me ha un peso enorme: il raziocinio, in qualche modo, mi inibisce questi slanci».

Di seguito le prime date del “Stammi accanto tour” nei club:

8 aprile al Monk di Roma
12 aprile al The Factory di Verona
13 aprile al Locomotiv di Bologna
16 aprile alla Santeria Toscana 31 di Milano
17 aprile all’Hiroshima Mon Amour di Torino

di Federico Arduini

La Ragione è anche su WhatsApp. Entra nel nostro canale per non perderti nulla!

Leggi anche

Chiello racconta “Scarabocchi”: “Voglio vivere la vita fino in fondo”

12 Aprile 2025
Abbiamo scambiato quattro chiacchiere con Chiello in occasione dell’uscita del suo nuovo album “…

Anastasio: “Chiedere attenzione oggi è una provocazione”

11 Aprile 2025
Abbiamo scambiato quattro chiacchiere con Anastasio sul suo nuovo album “Le Macchine non possono…

Chef Max Mariola: “I social sono democratici: o piaci o no”

09 Aprile 2025
Star del web e icona della cucina mediterranea, Max Mariola è lo chef del momento. Dopo aver ape…

Bambole di Pezza, Morgana: “Le donne dovrebbero essere rappresentate di più nella musica”

03 Aprile 2025
Intervista alla chitarrista e fondatrice delle Bambole di Pezza, band punk totalmente femminile,…

Iscriviti alla newsletter de
La Ragione

Il meglio della settimana, scelto dalla redazione: articoli, video e podcast per rimanere sempre informato.

    LEGGI GRATIS La Ragione

    GUARDA i nostri video

    ASCOLTA i nostri podcast

    REGISTRATI / ACCEDI