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De Gregori Zalone

De Gregori, Zalone e “Pastiche”: “Un disco nato da un impulso sincero”

Esce domani in fisico e su tutte le piattaforme “Pastiche” il disco dell’inedito duo De Gregori-Zalone, presentato oggi a Milano

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De Gregori, Zalone e “Pastiche”: “Un disco nato da un impulso sincero”

Esce domani in fisico e su tutte le piattaforme “Pastiche” il disco dell’inedito duo De Gregori-Zalone, presentato oggi a Milano

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De Gregori, Zalone e “Pastiche”: “Un disco nato da un impulso sincero”

Esce domani in fisico e su tutte le piattaforme “Pastiche” il disco dell’inedito duo De Gregori-Zalone, presentato oggi a Milano

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Esce domani in fisico e su tutte le piattaforme “Pastiche” il disco dell’inedito duo De Gregori-Zalone, presentato oggi a Milano

Quando è emersa la notizia qualcuno potrebbe aver pensato ad uno scherzo: Francesco De Gregori e Checco Zalone nello stesso disco. Il Principe della canzone italiana a fianco di uno dei più grandi comici di successo degli ultimi anni. Una burla, per forza di cose. La faccenda invece è tremendamente seria. La creatura nata da questa insolita unione si chiama “Pastiche”, un album, registrato in presa diretta in varie sessioni fra il 2023 e il 2024, che è un viaggio in 15 canzoni tra le più belle del canzoniere italiano, in cui i brani di De Gregori si alternano a quelli di autori come Paolo Conte, Pino Daniele, Antonello Venditti, con qualche scorribanda nella produzione dello stesso Checco.

Un titolo che non è stato scelto per caso: “Abbiamo scelto ‘Pastiche’ perché è una parola antica, perché questo è un disco pieno di cose vintage ed è una grande unione di mondi diversi. Una contaminazione tra generi e sfumature pianistiche” ha raccontato De Gregori durante la conferenza stampa di presentazione tenutasi oggi alla Santeria Toscana di Milano, in cui l’inedito duo ha intrattenuto una sala gremita tra canzoni, battute e riflessioni.

I due sono amici e si vede: “De Gregori è uno dei pochi amici che ho nel mondo dello spettacolo. Questo progetto è nato tra una cacio e pepe e una carbonara a casa sua” – ha raccontato Zalone – “Lui mi ha sempre fatto i complimenti per il mio modo di suonare finché è nata questa idea, questa marachella, come dice il maestro”. “Gli artisti, superati i sessant’anni, diventano sempre più incazzati con l’età che avanza“ – ha continuato Checco – “verso ciò che offre il mondo moderno. Io non ho mai sentito Francesco parlare male della trap e della musica di oggi. Tende a smitizzare tutti i suoi colleghi. Di lui apprezzo l’assenza di retorica e moralismo, e il suo profondo senso etico”.

A chi chiedeva loro se l’intento fosse anche quello di stupire, data l’inedita accoppiata, De Gregori ha ribadito: “Quando tu fai qualcosa ti esponi a delle critiche, alcune giuste, alcune meno. Questo disco nasce da un impulso sincero: confrontare la mia voce con il pianismo di Checco. Di stupire, onestamente, non ne ho bisogno. Credo di aver stupito la gente in tanti anni di questo mestiere. Noi ci siamo incontrati per fare musica”. E di musica ce n’è tanta in “Pastiche”, per un disco raffinato sorprendete: Zalone nei panni di puro musicista – “la mia sfida è stata fare una volta tanto il pianista” – spazia egregiamente tra le diverse sfumature del disco, stupendo per sincerità ed intenzione, mentre la voce inconfondibile del Principe ricama ed emoziona. L’unico brano inedito della tracklist, “Giusto o sbagliato”, è nato in modo molto particolare, da un profondo legame con “My Way”, come raccontato da De Gregori: “Una canzone straordinaria che avevo tradotto, ma in italiano non reggeva il confronto con Sinatra ed Elvis. Ho quindi deciso di attingere da questa traduzione per far nascere un’altra canzone”. 

La copertina invece è un evidente omaggio a Renato Carosone: “Carosone è nello spirito di questo disco ilare com’era lui, nonostante il suo rigore da musicista. La copertina è come se fosse una canzone in più”. Infine, i due si esibiranno in due date uniche alle Terme di Caracalla il 5 e il 9 giugno, ma niente tour: “Non ci va di fare un tour, ma una toccata e fuga. La gente ci vorrebbe vedere ancora ma bisogna anche dire no, perché è questo che tiene in vita gli artisti. Se dobbiamo correre dietro a tutti sarebbe un suicidio” ha rimarcato De Gregori. 

di Federico Arduini

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