Fabrizio Moro racconta “Non ho paura di niente”: “Oggi sono sereno. Il passaggio allo streaming? È stato traumatico”
Abbiamo scambiato quattro chiacchiere con Fabrizio Moro sul suo nuovo disco “Non ho paura di niente”, in uscita oggi solo in formato fisico
Fabrizio Moro racconta “Non ho paura di niente”: “Oggi sono sereno. Il passaggio allo streaming? È stato traumatico”
Abbiamo scambiato quattro chiacchiere con Fabrizio Moro sul suo nuovo disco “Non ho paura di niente”, in uscita oggi solo in formato fisico
Fabrizio Moro racconta “Non ho paura di niente”: “Oggi sono sereno. Il passaggio allo streaming? È stato traumatico”
Abbiamo scambiato quattro chiacchiere con Fabrizio Moro sul suo nuovo disco “Non ho paura di niente”, in uscita oggi solo in formato fisico
Ci sono voluti tempo, fatica e silenzio per arrivare a “Non ho paura di niente”. Due anni e mezzo dopo l’ultimo disco, Fabrizio Moro torna con un lavoro che somiglia a una confessione: nove canzoni dirette, fragili, vere. È il racconto di un uomo che ha attraversato la paura e l’ha trasformata in musica, di un artista che non rincorre le mode ma resta fedele al suono e alle parole che lo rappresentano. Un album che segna un nuovo inizio, ma anche un bilancio di vita, fra disincanto e serenità. «È stato un processo liberatorio, ma anche spaventoso, perché ho sempre avuto paura di perdere la capacità di trasformare in una canzone ciò che ho dentro. Ogni volta che ricomincio un disco, fatico tantissimo a riattivare gli ingranaggi: servono mesi prima di trovare quella ‘punta di diamante’ che sblocca tutto. Stavolta, dopo la pandemia, ci ho messo ancora di più: ho scritto più di 40 canzoni in due anni e mezzo, per poi sceglierne soltanto nove» ci ha raccontato Moro durante un incontro a Milano.
Fra i motori del disco, la disillusione: «Faccio parte di una generazione di cantautori ‘di mezzo’: tra i 40 e i 50 anni. Non siamo più giovani digitali, ma neanche adulti con un repertorio consolidato. Abbiamo vissuto il passaggio dallo studio analogico alla musica liquida e digitale e per me è stato traumatico. Non riesco a stare dietro ai ritmi imposti dal mercato. Ho capito che l’unico modo per resistere è continuare a fare le cose con i miei tempi. Preferisco scrivere canzoni che restino nel tempo, non inseguire la viralità». Oggi Fabrizio Moro è molto più sereno di un tempo: «Sì, è un bel periodo per me. Forse è la maturità, la ‘vecchiaia’ come la chiamo io. Ma sono sereno. Ho preso consapevolezza di avere la vita che sognavo da ragazzo. Ho avuto alti e bassi, ma mi sento in equilibrio».
Musicalmente le nove canzoni spaziano fra atmosfere diverse, ma sono tutte figlie della stessa attitudine: «Quando scrivo, l’arrangiamento è già dentro la canzone. All’inizio ho provato soluzioni più digitali, ma poi ho capito che quel suono non apparteneva a questo disco. Preferisco che un brano suoni anche ‘vecchio’, ma resti sincero. La trasparenza si sente anche nel suono, non solo nel testo. Lavoro con gli stessi musicisti da vent’anni e per me suonare è la parte più bella. Non concepisco un disco senza strumenti veri: basso, chitarra, batteria. È l’anima delle canzoni. L’arrangiamento digitale, se non è coerente con il testo, ne snatura completamente il senso».
Tra i brani, “Come mi vedi” rappresenta sotto molto aspetti una novità per la penna di Moro che qui scrive ‘al contrario’, cioè mettendosi dalla parte di chi ascolta: «È una delle canzoni più sincere del disco. Racconta una storia vera, una persona che si è messa completamente a nudo davanti a me. Sono uno che si fida poco, ma questa persona mi ha spiazzato e ho scritto il pezzo come se fosse lei a parlarmi». Impossibile non chiedergli se ha nei piani di tornare a Sanremo, dove ha già vinto ed è stato tra i protagonisti: «Il Festival mi terrorizza fisicamente. Ho ancora l’ansia solo a pensarci. Oggi è molto cambiato, è più uno spettacolo televisivo che una gara musicale. Credo che non basti più una bella canzone. Se trovassi un’idea che unisca il mio mondo e quello del Festival com’è oggi, certo che ci tornerei. Ma per ora no».
Oltre agli in store che partiranno oggi e lo vedranno girare in tutta Italia, Moro sarà impegnato l’anno prossimo in un tour con una prima data il 2 maggio a Roma al Palazzo dello sport, seguita da diversi appuntamenti nei club: «È una dimensione che rappresenta bene l’intimità di questo progetto e in fin dei conti quel tipo di locali non è poi così piccolo. In realtà queste canzoni si possono suonare ovunque: nei teatri, nei palazzetti, nelle piazze. Il live oggi è fondamentale, più che mai: si fa un disco per poterlo suonare».
Fabrizio Moro presenterà il nuovo album al pubblico con un instore tour:
– 14 novembre – ROMA – Feltrinelli in Via Appia Nuova, 427 – ore 18.00
– 17 novembre – NAPOLI – Feltrinelli in Piazza dei Martiri – ore 18.00
– 18 novembre – BARI – Feltrinelli in Via Melo, 119 – ore 18.00
– 20 novembre – FIRENZE – Feltrinelli in Piazza della Repubblica, 26/29 – ore 18.00
– 21 novembre – MILANO – Feltrinelli in Piazza Piemonte, 2 – ore 18.30
– 22 novembre – TORINO – Feltrinelli in Piazza C.L.N., 251 – ore 18.00
– 25 novembre – CATANIA – Feltrinelli in Via Etnea, 283 – ore 18.00
– 26 novembre – PALERMO – Feltrinelli in Via Cavour, 133 – ore 18.00
Questo il calendario con le date del tour:
2 maggio 2026 – ROMA – Palazzo dello Sport
23 ottobre 2026 – PADOVA – Hall
24 ottobre 2026 – SENIGALLIA (Ancona) – Mamamia
28 ottobre 2026 – MILANO – Fabrique
31 ottobre 2026 – VENARIA REALE (Torino) – Concordia
6 novembre 2026 – FIRENZE – Cartiere Carrara
7 novembre 2026 – BOLOGNA – Estragon
12 novembre 2026 – NAPOLI – Casa della Musica
13 novembre 2026 – MOLFETTA (Bari) – Eremo Club
15 novembre 2026 – CATANIA – Land
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- Tag: musica, Musica italiana
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