Fefè De Giorgi: “Il volley trasmette emozioni”
I toni di De Giorgi sono sempre pacati. Sa che la sua creatura ha compiuto un’impresa, attraversando il rischio di essere eliminati nella fase a gironi

Fefè De Giorgi: “Il volley trasmette emozioni”
I toni di De Giorgi sono sempre pacati. Sa che la sua creatura ha compiuto un’impresa, attraversando il rischio di essere eliminati nella fase a gironi
Fefè De Giorgi: “Il volley trasmette emozioni”
I toni di De Giorgi sono sempre pacati. Sa che la sua creatura ha compiuto un’impresa, attraversando il rischio di essere eliminati nella fase a gironi
I fuoriclasse si godono poco il presente. Di solito pensano subito alla prossima sfida, è una questione di Dna vincente. Fefè De Giorgi sfugge a questa consuetudine, sa godersi il trionfo della sua Nazionale agli ultimi Mondiali di pallavolo. «Quando sei nella competizione, sei focalizzato su quello che devi fare. Soltanto adesso, rientrato in Italia, percepisco il valore di quel che abbiamo fatto e di quanto le persone siano rimaste emozionate. Questa è la medaglia più importante da vincere come squadra: saper trasmettere emozioni. E non tutti i team ci riescono» racconta il coach a “La Ragione”.
A breve sfilerà di nuovo davanti al Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, con i suoi ragazzi e con la Nazionale femminile divenuta campione del mondo all’inizio di settembre: «Conosco la strada per il Quirinale…» spiega sorridendo De Giorgi. Mica scherza: ci è già stato quattro anni fa dopo il primo Mondiale vinto sulla panchina azzurra. Fanno cinque in totale, contando anche quelli vinti da palleggiatore con la maglia della Nazionale, asso di scorta di fenomeni come Fabio Vullo e Paolo Tofoli.
Al Quirinale coach De Giorgi ritrova il maestro Julio Velasco, che ha appena guidato le azzurre del volley ad accomodarsi sul tetto del mondo e che gli ha inviato un messaggio poco dopo il successo ottenuto dalla pallavolo maschile a Manila: «Sono stato anche suo giocatore, è un punto di riferimento, 10 dei 12 uomini della sua storica Nazionale hanno poi fatto l’allenatore a buon livello. Tante cose di lui ci sono rimaste dentro, è ancora un riferimento come coach, lui lo sa e può esserne orgoglioso».
I toni di De Giorgi sono sempre pacati. Sa che la sua creatura ha compiuto un’impresa, attraversando il rischio di essere eliminati nella fase a gironi dopo l’inattesa batosta con il Belgio, per poi prendere il volo verso il traguardo, senza mai voltarsi indietro: «Veniamo da un’estate in cui abbiamo lavorato per queste situazioni. È un gruppo speciale, fatto di ragazzi speciali. Conoscendoli bene, ho visto quello che fanno per sé stessi e i compagni e la loro capacità di mettere da parte le cose che non servono nei momenti difficili per fare invece ciò che serve davvero. Dopo quella sconfitta con il Belgio ci siamo rilanciati proprio grazie al lavoro svolto per mesi».
Il clima della conversazione con De Giorgi è disteso. “La Ragione” del resto gli porta bene, prima dell’inizio dei Mondiali avevamo fatto un patto con lui: «Se si vince, ci si risente». Il tono si fa giusto un po’ più serio quando il discorso scivola sulle palestre ‘negate’ alla pallavolo. Il presidente della Federvolley, Giuseppe Manfredi, ha lanciato un appello affinché le istituzioni di alcune Regioni concedano le strutture scolastiche per far allenare i giovani. Un invito rilanciato recentemente anche da Velasco e reso prioritario dai numeri: il successo olimpico della Nazionale e il grande richiamo dei club sul territorio hanno portato i tesserati della Federazione italiana pallavolo (Fipav) a quota 364mila iscritti. In sostanza, c’è la fila per la pallavolo ma ci sono poche palestre per ospitare gli atleti. Un esempio? Verona, dove 46 strutture degli istituti scolastici superiori della città e dell’hinterland sono interdette all’attività sportiva negli orari extrascolastici dalla Provincia (proprietaria degli impianti), in attesa dei sopralluoghi dei Vigili del fuoco per la certificazione antincendio.
«La Fipav sta sostenendo a livello economico i progetti per la costruzione di nuovi impianti, è inconcepibile che le palestre che abbiamo dalla scuola non vengano concesse agli atleti» osserva De Giorgi. «Il messaggio che arriva dalle Nazionali è che lo sport di squadra può aiutare nella crescita dei nostri giovani. Lo sport entra subito nella vita dei ragazzi, va sfruttato al massimo, specie in un periodo in cui si fa fatica a coinvolgere le nuove generazioni dal punto di vista educativo. Certo, non tutti diventano campioni. Ma se ti alleni, crescerai comunque dal punto di vista dei valori, imparerai che cosa significa vincere e perdere, collaborare, condividere».
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