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Gianluca Grignani: “Dicevano che avevo scritto ‘Destinazione Paradiso’ perché volevo suicidarmi. Che cazzata”

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E sulla cover della Pausini: “In quel momento non è stata un’amica”. Abbiamo incontrato Gianluca Grignani per i 30 anni di “Destinazione Paradiso”. In uscita domani un’edizione speciale

Gianluca Grignani

Gianluca Grignani: “Dicevano che avevo scritto ‘Destinazione Paradiso’ perché volevo suicidarmi. Che cazzata”

E sulla cover della Pausini: “In quel momento non è stata un’amica”. Abbiamo incontrato Gianluca Grignani per i 30 anni di “Destinazione Paradiso”. In uscita domani un’edizione speciale

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Gianluca Grignani: “Dicevano che avevo scritto ‘Destinazione Paradiso’ perché volevo suicidarmi. Che cazzata”

E sulla cover della Pausini: “In quel momento non è stata un’amica”. Abbiamo incontrato Gianluca Grignani per i 30 anni di “Destinazione Paradiso”. In uscita domani un’edizione speciale

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Ci sono dischi che segnano un prima e un dopo, dischi che nascono da un incastro irripetibile. La storia della musica italiana ne custodisce diversi e tra questi è impossibile non citare “Destinazione Paradiso” di Gianluca Grignani. Sono passati trent’anni da quando quel disco vedeva la luce e, per celebrare l’anniversario, arriva ora una riedizione speciale – in uscita domani, 5 dicembre – arricchita da una copertina alternativa e da materiali inediti che riportano alla superficie frammenti autentici, ricordi mai condivisi prima.

A Milano, Grignani ha voluto presentare alla stampa questa nuova veste del suo album più iconico riportandoci direttamente nel 1995: all’ingresso, l’invito a non utilizzare i telefoni per foto e video, per ritrovare lo spirito di quel tempo. “Sto bene, sono stanco come non mai per via del grande lavoro che sto facendo, ma sto bene”, ha raccontato. “Non esco mai, ma l’altra notte in radio ho sentito “Falco a metà”. Mi avevano appena detto che dovevano darmi un premio importante, ma sentire quella canzone in radio mi ha emozionato di più.”

Questa edizione celebrativa è un regalo prezioso per chi con quelle canzoni ha attraversato l’adolescenza e per chi oggi le scopre per la prima volta. E proprio parlando della nuova copertina Grignani spiega: “All’epoca avevo un’altra etichetta che voleva fare più soldi possibile su di me, ma io non ero così e soffrivo questo fatto. Ho voluto riportare la copertina alla realtà, a come ero davvero al di là di quel servizio fotografico. Credo che ora le persone mi vedano per quello che sono realmente: si sono ristabilite le cose”.

Tra i materiali inediti spiccano due vere chicche: “Libera le ali”, versione precedente di “Falco a metà”, e un ricco archivio fotografico che include anche un poster in cui Grignani mostra il dito medio. “Ero stanco di fare foto” ha scherzato. L’incontro è stato inoltre l’occasione per risentire dal vivo alcuni brani del disco, con un Grignani in forma smagliante che ha raccontato l’origine di un fraseggio o la scelta di un passaggio. Tra le canzoni eseguite anche la title track “Destinazione Paradiso”, sulla quale Gianluca è tornato con fermezza: “Dicevano che l’avevo scritto perché volevo suicidarmi. Che cazzata. Mi davano del maledetto a 23 anni: quei giornalisti sarebbero stati da internare. Se avessi creduto a quello che dicevano mi avrebbero rovinato. Questo mi ha creato hype? Non credo… Sarei stato Gianluca Grignani lo stesso”. E queste canzoni sono state anche un piccolo assaggio di ciò che si potrà vivere dal vivo, in forma diversa, con band ed energia da palco, nelle due date speciali annunciate oggi.

Nel 2026 Gianluca Grignani tornerà sulle scene live con “Verde Smeraldo – Residui di Rock’n’Roll”, due concerti in programma il 25 maggio all’Alcatraz di Milano e il 27 maggio all’Atlantico di Roma. Grignani tornerà così a calcare le scene con la grinta che da sempre lo contraddistingue, presentando per la prima volta dal vivo i brani del nuovo album di inediti in arrivo nel 2026.

In chiusura, Grignani ha commentato anche alcune recenti vicende legate alle reinterpretazioni de “La mia storia tra le dita” di cui tanto si è discusso. Sulla nuova versione firmata da Matteo Bocelli si è detto “fiero e convinto”, raccontando di una telefonata in cui il giovane artista gli ha fatto ascoltare in anticipo ciò che stava preparando. Diverso, invece, il tono con cui ha accennato alla questione legata alla cover di Laura Pausini, senza voler tornare nei dettagli: “Non è stata difficile da gestire, ma fastidiosa. Lei è un’amica, ma in quel momento non lo è stata”. Un cenno rapido, senza polemica, prima di riportare l’attenzione su ciò che davvero interessa: la musica e un disco che, trent’anni dopo, continua a parlare con la stessa forza di allora.

di Federico Arduini

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